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Scritto da Redazione
Cronaca
04 Novembre 2022

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Nell’ultima settimana di ottobre la direzione marittima di Livorno ha coordinato una complessa operazione di vigilanza e controllo mirata alla tutela del patrimonio ittico, con particolare riguardo alla salvaguardia del pesce spada.

L’attività si colloca nell’ambito di un più ampio piano di azione nazionale condotto dal comando generale della guardia costiera e previsto dall’EFCA (European Fisheries Control Agency). L’agenzia comunitaria per il controllo della pesca con sede a Vigo, in Spagna, coinvolge, difatti, ogni anno, tutti gli Stati membri che si affacciano sul mare, con l’obiettivo di garantire la corretta applicazione della politica comune della pesca dell’Unione Europea.

Durante le attività di verifica a Livorno e Viareggio, a bordo di unità da pesca sia professionali che da diporto, i militari hanno rinvenuto numerosi esemplari risultati inferiori alla taglia minima consentita dalla legge europea.

Ben 16 i pesci spada sottomisura (di cui è fatto assoluto divieto di pesca, detenzione e commercio), occultati nelle stive di un locale peschereccio e pronti per essere consegnati in qualche ristorante o pescheria compiacente. Il più piccolo pesava 1 chilo scarso rispetto agli 11,4 minimi previsti dalla normativa europea.

Gli ispettori della guardia costiera di Viareggio hanno sottoposto a sequestro amministrativo l’intera partita di circa 50 chili che è stata poi donata in beneficenza.

Altri 120 kg di prodotti ittici, tra cui circa 40 di pesce spada, sono stati sottoposti a sequestro amministrativo a Scarlino dove il titolare di un punto di vendita all’ingrosso non è stato in grado di fornire alle autorità di controllo la prevista documentazione attestante la provenienza del pescato. 

A Carrara e Viareggio, invece, i comandanti di quattro pescherecci sono stati sanzionati per aver omesso la registrazione delle catture di pesce spada e di effettuare la prenotifica di sbarco (il preavviso di arrivo in porto da comunicare, per legge, alla Autorità marittima). L’omissione, senz’altro finalizzata ad eludere i controlli da parte del personale della Capitaneria all’atto dell’ingresso dei pescherecci in porto, ha portato ad elevare, nei confronti dei responsabili degli illeciti, pesanti sanzioni amministrative per un ammontare complessivo di circa 10 mila euro.

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