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Scritto da Redazione
Cronaca
14 Luglio 2023

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È Vivian Lamarque con "L'amore da vecchia" (Mondadori) ad aggiudicarsi il Premio per la Poesia della 94^ edizione del Premio Letterario Viareggio-Rèpaci.

Lo annuncia oggi la giuria presieduta dal giornalista, saggista e storico Paolo Mieli, che tornerà a riunirsi nei prossimi giorni per decretare anche il vincitore per la saggistica tra Francesco Longo (Il cuore dentro le scarpe, 66th and 2nd), Paolo Nori (Vi avverto che vivo per l'ultima volta. Noi e Anna Achmatova, Mondadori) e Francesco Piccolo, (La bella confusione, Einaudi).

Sabato 29 luglio alle 18.30 presso la libreria Mondadori di Viareggio (viale Regina Margherita, 30) si svolgerà un firma copie con i finalisti dell'edizione 2023 che, dalle 21.30 presenteranno al pubblico le loro opere in dialogo con la giuria.

Tutti i vincitori riceveranno il premio nel corso della serata conclusiva in programma domenica 30 luglio presentata dalla giornalista del TG1 Monia Venturini sul palco di piazza Mazzini, nel corso della quale sarà svelato anche il premio per la narrativa che vede in lizza Niccolò Ammaniti (La vita intima, Einaudi), Giosuè Calaciura (Una notte, Sellerio) e Sapo Matteucci (Per futili motivi, La nave di Teseo).

Il Premio Viareggio-Rèpaci - organizzato con il sostegno del Comune di Viareggio, della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e di iCare la società "in house providing" interamente partecipata dal Comune di Viareggio - nasce nel 1929. Fondato da Leonida Rèpaci, è tra i più antichi e prestigiosi riconoscimenti letterari d'Italia, vinto tra gli altri da Umberto Saba, Elsa Morante, Carlo Emilio Gadda, Sibilla Aleramo, Italo Calvino, Natalia Ginzburg, Pier Paolo Pasolini, Salvatore Quasimodo, Alberto Moravia, Goffredo Parise, Giorgio Manganelli, Serena Vitale, Sandro Veronesi e Alda Merini.

La Giuria del Premio Viareggio-Rèpaci 2023 è composta da Paolo Mieli (Presidente) - giornalista, saggista e storico, Leonardo Colombati (vicepresidente) - scrittore, Luca Alvino - poeta, Maria Pia Ammirati - dirigente televisiva, scrittrice e giornalista, Camilla Baresani - scrittrice e insegnante, Giorgio Biferali - scrittore e insegnante, Maria Borio - poetessa, Gabriella Buontempo - produttrice cinematografica, Diamante D'Alessio - giornalista, Francesca Ferrandi - autrice, Costanza Geddes da Filicaia - docente di Letteratura italiana contemporanea, Emma Giammattei - docente di Letteratura Italiana, Luciano Luciani professore e giornalista, Edoardo Nesi - scrittore e saggista, Mirella Serri - docente di Letteratura e giornalismo.

 

Vivian Lamarque, nata a Tesero (Trento) nel 1946, è sempre vissuta a Milano dove ha insegnato italiano agli stranieri e letteratura in istituti privati. Ha pubblicato Teresino (1981), Il signore d'oro (1986), Poesie dando del lei (1989), Il signore degli spaventati (1992), Una quieta polvere (1996). Nel 2002 la sua opera poetica è stata raccolta nell'Oscar Poesie 1972-2002. Successivamente ha pubblicato Poesie per un gatto (2007) e La gentilèssa (2009). Vincitrice di numerosi premi, tra cui il Viareggio Opera Prima (1981), il Pen Club (1996) e l'Andersen (2000), è autrice di una quarantina di fiabe tradotte in varie lingue e delle raccolte Poesie di ghiaccio e Poesie della notte. Ha tradotto, tra gli altri, Valéry, Baudelaire, La Fontaine. Nel 2013 è uscito Gentilmente Milano, antologia di articoli pubblicati sul Corriere della Sera.

L'amore da Vecchia - Versi vivaci e freschissimi in cui l'autrice si affaccia alle immagini del sempre più frequente insorgere del ricordo e all'apparire anche di volti familiari, riuscendo comunque a conservare intatta la propria vitale attitudine ad aprirsi all'incanto e agli spunti più vari dell'immaginazione. Lamarque ragiona poeticamente sul "fascino discreto degli amori non corrisposti", sull'idea dell'amore "inventato". Introduce, con il garbo che le è consueto, pensieri sul senso stesso e sulla natura della poesia in un percorso di consapevolezza nel cuore dell'esperienza. Ma è ben presente, in L'amore da vecchia, un generale senso di provvisorietà del vivere e la coscienza pervasiva del futuro, del non esserci più, fino al momento del nostro "ultimo pensiero". A tutto questo si aggiunge, nell'età dell'inverno di cui l'autrice sente il progredire, l'attenzione al presente, con le sue nuove e impreviste minacce.

 

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