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Scritto da Redazione
Cronaca
13 Novembre 2024

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A fronte dell’incremento delle cosiddette truffe ATM e truffe del parente in difficoltà, Il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica (COSC) Polizia Postale Toscana ritiene utile informare/sensibilizzare la cittadinanza fornendo indicazioni utili su come riconoscere i tentativi di truffa e come prevenirli. 
Truffa al bancomat 
Il meccanismo segue uno schema preciso: il truffatore, fingendosi interessato ad acquistare un bene messo in commercio online, chiede al venditore di poter pagare su conto corrente o Postepay e, una volta ricevuto l’assenso, un certo punto inviterà la vittima a recarsi al bancomat “per controllare o confermare l’accredito”. 
Questa richiesta dovrebbe già insospettire: infatti, per effettuare un bonifico o una ricarica, bastano nome, cognome e l’IBAN del conto o il numero della ricaricabile, senza necessità di recarsi fisicamente presso uno sportello ATM.  
A questo punto, il truffatore chiede di accedere al conto del venditore dall’ATM e di selezionare la voce “effettua ricarica”. Indica poi un codice alfanumerico, che spaccerà per il numero dell’ordine da verificare (in realtà, sta comunicando il suo IBAN o il numero della sua carta). Altro indizio di truffa: non esiste alcun servizio bancomat, né di Poste Italiane, né di altri istituti di credito, che permette di controllare lo stato degli ordini online dal distributore automatico. Idem per l’importo: quello che l’interlocutore chiede di inserire corrisponde al prezzo pattuito per la vendita online, ma, di fatto, sta chiedendo di trasferirgli quella cifra sul suo conto. 
Nessun pagamento online richiede al beneficiario di recarsi personalmente al bancomat per concludere l’operazione. Se vi fanno una simile richiesta, si tratta di un tentativo di truffa.   
Truffa del parente in difficoltà 
L’inganno inizia con l’invio alla vittima di un SMS, nel quale quello che si presenta come un parente prossimo, di solito un nipote o un figlio, scrive un messaggio asserendo che gli è stato rubato (o che ha smarrito) il cellulare, indica il nuovo numero e chiede soldi, adducendo le ragioni più disparate:  non riesce ad accedere al conto corrente e ha urgente bisogno di effettuare  pagamenti, è rimasto in panne con l’auto e necessita di denaro per pagare subito il soccorso stradale, è stato fermato dalla polizia perché c’è stata una rissa e servono soldi per l’avvocato, etc. 
Una volta innescata l’emergenza emotiva e convinta la vittima che il suo aiuto è essenziale, i truffatori la inducono ad effettuare versamenti di denaro attraverso bonifici istantanei, ricariche su carte prepagate o pagamenti immediati attraverso servizi di Money Transfer (Mooney, Sisal Pay, etc.). 
Esistono anche delle varianti di questa tipologia di truffa. 
Il truffatore chiama al telefono la vittima, qualificandosi come un appartenente alle Forze dell’ordine o un avvocato o un medico e la informa che un familiare stretto, un figlio o un nipote, ha provocato un incidente stradale e rischia di essere arrestato o ricoverato.  
Se l’interlocutore appare incredulo, il truffatore evidenzia che il sinistro è stato grave, che ci sono dei feriti, che il ragazzo ha tentato di scappare o ha opposto resistenza e, quindi, è stato fermato e condotto in caserma, perciò non può parlare personalmente al telefono. 
Il truffatore afferma di essere in grado di sistemare le cose con i colleghi o, se si è spacciato per avvocato o medico, assicura la scarcerazione e quindi il rilascio immediato o l’alterazione del referto delle analisi.  
Per fare tutto questo, ci vuole un compenso, in denaro contante, da consegnare a un complice del truffatore, il quale dice che un suo collega, nel giro di pochi minuti, si recherà personalmente a casa per ricevere quanto pattuito. Ovviamente si presenterà in borghese raccomandando discrezione, per non dare pubblicità alla vicenda. 
Se la vittima sostiene di non avere disponibilità immediata di quella cifra in contanti, il truffatore replica che si accontenta anche di oggetti preziosi di pari valore, come gioielli o orologi.  
In alcuni casi viene chiesta una cauzione per evitare l’arresto, da consegnare in contanti al poliziotto o carabiniere. Attenzione: la cauzione non è prevista dalla legge italiana! 
A volte i truffatori si assicurano che la vittima non comunichi verso l'esterno tenendo occupata sia la linea fissa, sia il cellulare.  
 
La truffa del falso trading online 
L'utente si imbatte, sui social network, in un annuncio che pubblicizza investimenti ad alto profitto, aventi a oggetto partecipazioni societarie con aziende mondiali, quali Amazon, Apple, etc. A volte la proposta di investimento arriva alla vittima direttamente tramite una telefonata, da parte di un sedicente broker che promuove il tipo di investimento, nonché le modalità di esecuzione, che prevedono un’assistenza completa per le procedure di versamento e di registrazione sulle relative piattaforme. Tali informazioni hanno la finalità di tranquillizzare il “cliente”. 
La vittima viene quindi convinta a effettuare un minimo versamento, solitamente di € 250,00, per partecipare e gli viene creato un account su una piattaforma di trading online. 
Dopo il primo investimento, gli viene assegnato un "broker", che lo seguirà passo passo nelle attività, garantendo anche una assistenza informatica con il download di un programma di gestione da remoto del computer. 
Attenzione: l'account dato in uso alla vittima per seguire gli investimenti è, in realtà, un profilo "DEMO" della piattaforma creata ad hoc dai truffatori, in cui verranno visualizzate informazioni FALSE, tra cui i profitti che risulteranno sempre più favorevoli, invogliando l'ignaro investitore ad aumentare i versamenti, che vengono effettuati medianti bonifici verso conti esteri o su portafogli di criptomoneta, gestiti direttamente dal falso "broker". 
La truffa va avanti fino a quando la vittima non smette di effettuare versamenti o quando chiede di ritirare il capitale senza riuscirci.  
Attenzione: la richiesta di un pagamento ulteriore, con il pretesto di sbloccare il capitale investito, è la modalità utilizzata dai cybercriminali per estorcere altro denaro, che non verrà comunque restituito. 
Se ti riconosci come vittima di questa tipologia di truffa, fai subito denuncia: la tempestività è fondamentale per recuperare le somme investite e tentare di identificare gli autori.  
La truffa della consegna di un pacco postale 
La vittima riceve una telefonata da un interlocutore che asserisce di dover consegnare un pacco importate per un parente, ma che per averlo bisogna versare del denaro, ad esempio, quale corrispettivo delle spese di dogana o di spedizione. 
Ricordate che il corrispettivo di un pacco in consegna viene pagato prima della spedizione e che in nessun caso il costo può essere saldato con beni e oggetti preziosi. 
 
Cosa fare? E cosa non fare... I consigli della Polizia Postale 
    Verificare la reale identità di chi manda l’SMS: prima di inviare denaro o condividere informazioni personali, contattare direttamente il familiare sul suo “vecchio” numero di telefono, che già si conosce. 
    Tenere sempre a mente che i truffatori possono falsificare i numeri, cambiando facilmente l’identità del mittente. Non fidarsi dei numeri di telefono contenuti negli SMS, non utilizzarli! 
    Non cliccare su eventuali link presenti nel messaggio. 
    Mantenere la calma e la lucidità: bisogna ragionare a mente fredda, senza farsi prendere alla sprovvista e senza avere fretta. 
    Prendere tempo con il truffatore, adducendo scuse per non aderire alla sua richiesta. 
    Contattare il congiunto che si crede essere in difficoltà: basta una telefonata o un messaggio su WhatsApp, per assicurarsi delle sue condizioni e che non ha subìto alcun furto, incidente o arresto. 
    Appena chiusa la telefonata, chiamare il numero di emergenza unico 112 per segnalare l’accaduto. 
Attenzione: se si è ricevuta la chiamata truffaldina sul numero di telefono fisso, la chiamata d’emergenza alle forze dell’ordine va fatta dal cellulare, poiché di solito il malfattore non chiude il collegamento, proprio per impedire alla vittima di contattare l’esterno, quindi la vittima che compone il 112 o il numero del parente continuerebbe a parlare con il truffatore. 
    Non far entrare nessuno in casa: i truffatori potrebbero reagire in maniera violenta al rifiuto di consegnargli il denaro o i gioielli. 
    Non credere alla promessa di guadagni “sicuri”, fuori mercato.  Non condividere dati personali, bancari, credenziali di accesso con presunti agenti finanziari, banche, etc. 
    Verificare l’attendibilità di chi propone l’investimento, visitando i siti della Consob e della Banca D’Italia. 
    Utilizzare esclusivamente piattaforme ufficiali, evitando di cliccare su banner pubblicitari. 
    Se avete sospetti, segnalatelo alla Polizia Postale, anche tramite il portale www.commissariatodips.it, dove è possibile non solo consultare le sezioni dedicate ad approfondimenti e consigli sui principali fenomeni e rischi del momento sul web, ma anche richiedere informazioni e inviare segnalazioni. 
    Condividete queste informazioni. Parlatene con amici e familiari, anche anziani, in modo che siano consapevoli del rischio di poter subire una truffa di questo tipo e si trovino pronti.  
Chiunque può essere vittima di simili truffe, ma le persone più esposte sono sicuramente quelle di una certa età. 
Consigli per i figli, nipoti e parenti stretti: Non lasciate soli i vostri anziani. Anche se non abitate con loro, fatevi sentire spesso e interessatevi ai loro problemi quotidiani. Ricordategli sempre di adottare tutte le cautele necessarie nei contatti con gli sconosciuti. Se hanno il minimo dubbio, fategli capire che è importante chiedere aiuto a voi, a un vicino di casa oppure contattare il numero unico di emergenza 112. Ricordate che, anche se non ve lo chiedono, gli anziani hanno bisogno di voi. 
 
Consigli per i vicini di casa. Se nel vostro palazzo abitano anziani soli, scambiate ogni tanto con loro quattro chiacchiere. La vostra cordialità li farà sentire meno soli. Esortateli a contattarvi per chiarire ogni dubbio, se alla loro porta dovessero presentarsi degli sconosciuti. La vostra presenza li renderà più sicuri. Segnalate al numero unico di emergenza 112 ogni circostanza anomala o sospetta che coinvolga l'anziano vostro vicino di casa. 
 
Consigli per gli impiegati di banca o di uffici postali. Quando allo sportello si presenta un anziano e fa una richiesta anomala o spropositata di denaro contante, dedicate un minuto a parlare con lui. Basta poco per evitare un dramma. Spiegategli che all'esterno di banche ed uffici postali nessun impiegato effettua controlli. Per ogni minimo dubbio esortateli a contattarvi.  
 
Infine, è bene ricordare che né la Polizia di Stato o altre forze dell’ordine, né gli istituti bancari, richiederanno mai di comunicare, telefonicamente o via mail, codici personali o password temporanee. Se si riceve una telefonata o un messaggio di posta elettronica di questo tipo, si tratta certamente di un tentativo di truffa!

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