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Scritto da Redazione
A. Versilia
22 Giugno 2025

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Testimonianze importanti, diverse, e dai luoghi più lontani dove si combattono conflitti atroci. Da Sant'Anna di Stazzema, oggi, si è alzato un grido di pace, sentito e autorevole. La Conferenza per la Pace che si è svolta alla Fabbrica dei Diritti del Parco nazionale della Pace è stato un lungo confronto, una rete di voci, in cui prima di tutto è emerso ciò che accade nelle zone dominate dalla guerra. Che cosa è la guerra. A Gaza, in Ucraina, in Sud Sudan, e in Iran. Il summit è stato condotto da Antonio Giannelli che ha organizzato l'evento con l'associazione di cui è presidente Colors for Peace insieme al Parco nazionale della Pace di Sant'Anna. Presenti Adele e Siria Pardini che hanno reso una loro testimonianza dei fatti del 12 agosto 1944. «Oggi qui abbiamo persone che rappresentano esperienze importantissime e diverse relativamente ai conflitti mondiali odierni - ha detto il Presidente del Parco nazionale della Pace di Sant'Anna Maurizio Verona - e sono qui riunite, e in rete da disparate parti del mondo, in un luogo come Sant'Anna a confrontarsi e poi lanciare e alzare un grido di pace. La scelta di non invitare rappresentanti istituzione è una stata scelta: hanno anche troppo tempo per mettere in campo la diplomazia e bloccare i tanti conflitti nel mondo: forse è mancata la voglia e la capacità per fare questo percorso e situazione che sta degenerando e pericolo che non riescono a governare. La comunità mondiale deve prendere coscienza di ciò, perché non è diverso da ciò che accadde a Sant'Anna di Stazzema. A Gaza un governo massacra una popolazione innocente, sta sterminando lo Stato della Palestina. E compie questo un Governo di politici che hanno provato dolore e sofferenza proprio dalla seconda guerra mondiale: un aspetto che fa ancora più male. Non ho timore a dire che il governo Netanyahu è criminale e va arrestato. Non fargli dei saluti ma va bloccato, perché sta compiendo crimini contro l'umanità. Infine ringrazio Adele e Siria Pardini perché sono sempre presenti e raccontano a tanti studenti quello che accaduto qui a Sant'Anna di Stazzema come una missione, e ogni volta devono riaprire quelle ferite».

Operatore umanitario (da 15 anni) Gennaro Giudetti, in collegamento da Gaza: «Vivo al centro sud della Striscia di Gaza- ha spiegato in streaming - e qui la situazione è anche peggio di quello che vediamo dai canali televisivi. Perché tanti fatti si fatica a raccontarli: la stampa internazionale non entra qui, e quindi non riesce a raccontare al 100% ciò che accade. Ad esempio, la popolazione di Gaza sta vivendo solo nel 18% del territorio, perché il resto del territorio è stato dichiarato da Israele zona militare di evacuazione. Un'area in cui si può sparare e bombardare. Già la Striscia di Gaza era considerata una zona a più alta densità mondiale, oggi in queste condizioni non c'è più spazio fisico: le persone vivono in strada, sui marciapiedi e nelle tende. Questo è un enorme campo profughi dove gli ospedali funzionanti sono pochi e si ha difficoltà a rispondere alle necessità primarie. Le ambulanze non hanno più carburante, e l'elettricità rischia di interrompersi fra poco. Le diplomazie mondiali, i governi nazionali e l'Europa, devono fare pressione per fare entrare centinaia di camion al giorno con vivere en gasolio (anche le ambulanze rischiamo di rimanere a secco), e gli aiuti umanitari devono essere distribuiti dagli operatori umanitari e non dai militari. Si muore sotto i bombardateti per un pugno di farina e ora le bombe si sentono anche da lontano dato che i palazzi sono stati tutti rasi al suolo ed è una lingua di terra tutta piatta».

Halyna Yerko delegata dal sindaco della città martire di Borodyanka e deputata del consiglio regionale di Kyiv (Borodyanca) in collegamento da Bucha: «Le immagini televisive che dei bambini che piangono e sta male sono le immagini della realtà quotidiana della nostra vita. Dobbiamo capire che l'Ucraina è nel cuore dell'Europa, un paese che sta nella nostra Europa, e se non ci sono leggi umanitarie in questo posto della Terra, dove è che devono regolare i rapporti umani le leggi umanitarie? Io personalmente abitavo a Borodyanka e ora abito a Bucha, che è un posto dove sono arrivati i Russi e hanno portato occupazione e distruzione. Non pensavo a me soltanto in quel momento, ma la domanda era: come posso salvare i miei cittadini e prendere una posizione per loro?. Appena sono arrivati e hanno occupato mi hanno fatto avere dei messaggi i soldati russi: di come mi avrebbero ucciso e come avrebbero ucciso la mia famiglia. Allora ho portato i miei bambini al sicuro e detto loro che non avrei saputo quando li avrei rivisti. I russi hanno distrutto il 65% della città di Borodyanka. Sono grata a tutte le nazioni nostri partner e che ci hanno aiutato».

Enzo Cursio, attivista e giornalista: «Grazie all'invito e all'opportunità di essere qui. È stato commovente ascoltare la storia di Sant'Anna di Stazzema dalle sorelle Pardini. Di fronte a queste situazioni delicate, per me deve esserci un ritorno alla politica, non bastano solo la denuncia e la testimonianza, e occorrono i decision makers. L'equilibrio internazionale è stato votato da Stati e non da potenze, da sistemi di nazioni unite in equilibrio e da regole ha portato alla convivenza collettiva degli ultimi 80 anni. È la memoria che ha creato un sistema di equilibrio, il sistema multilaterale che va protetto. La memoria ci ha regalato e noi Europei l'Unione europea e all'Italia la nostra Carta costituzionale che rifiuta la guerra, ed è uno dei pochi paesi al mondo che ha questo principio scritto sulla carta costituzionale. Dobbiamo quindi proteggere prima di tutto il sistema che abbiamo creato».

Fabio Tonacci giornalista inviato in Medio Oriente di Repubblica: «Dieci giorni fa ero a Gaza, sei mesi fa a Damsaco, prima ancora a Beirut, e in Ucraina molto spesso nei primi due anni di guerra. Il drone che ti segue e senti quel ronzio sopra la testa lo conosco bene. Sono programmati non solo per seguirti e fotografarti. Le peggiori scene di fuggi fuggi le ho viste dai droni. I soldati sono addestrati ad ascoltare il vento. Sono tre anni che vedo persone morire e vivo il dolore delle persone. Una volta che vivi in una guerra e il dolore delle persone non ne esci più. A Gaza ho visto un tunnel di Hamas con una stanza dove è stato ucciso il capo ed è stato colpito con una precisione incredibile con due missili 20 metri sopra stanza e 20 metri sotto ed è rimasto intrappolato morto come un topo. Di speranze di pace purtroppo non le vedo. A Gaza non c'è un punto da cui ricominciare. Nei luoghi terremotati, c'è sempre un palazzo che rimane in piedi: a Gaza non c'è niente rimasto in piedi e tutta la popolazione è spinta lungo la costa e ci sono almeno due stragi al giorno sulla via della fame per andare a prendere gli scatoloni di viveri. E' un massacro di civili che va fermato e basta».

Altri interventi: Federico Moro, segretario generale dell'Associazione Robert F. Kennedy Human Rights Italia. Saeed il frontman del gruppo musicale iraniano dei Bowland.  Adriana Grispo, presidente della Commissione per la Pace del distretto Rotary 2102. Antonio Sanfrancesco, giornalista di Famiglia Cristiana e Vito Alfieri Fontana, scrittore e seminarista. Massimiliano Padula, sociologo della Pontificia Università Lateranense. Adriana Grispo, presidente della Commissione per la Pace del distretto Rotary 2102. È stato poi trasmesso il video messaggio arrivato dagli USA da Kerry Kennedy attivista per i diritti umani.

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