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Scritto da Aldo Grandi
Ce n'è anche per Cecco a cena
07 Febbraio 2025

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L’allerta meteo, alla fine, ha spezzato in due la giornata inaugurale del Carnevale di Viareggio 2025. Confermati al sabato il concerto di Cristina D’Avena e la cerimonia dell’alzabandiera di Burlamacca sul pennone più alto del Belvedere delle Maschere. Spostati alla domenica la sfilata dei carri e lo spettacolo pirotecnico. La decisione della Fondazione Carnevale è arrivata alla fine di un pomeriggio – quello di venerdì – a dir poco complicato.

Questi i fatti. Adesso cerchiamo di analizzare le motivazioni.

Punto primo: l’ordinanza del Comune che ha disposto la chiusura delle pinete per tutta la durata dell’allerta meteo. E’ vero, viene fatto ogni volta che c’è un’allerta. Ma stavolta si è capito da subito come avesse un peso diverso. In quella chiusura di “routine” – che strideva fortemente con il motto “Carnevale avanti tutta” di cui si è vociferato per tutto il pomeriggio di venerdì – Del Ghingaro è sembrato dire a Marialina Marcucci e al suo entourage: “Attenzione, non prendiamo questa allerta alla leggera”. Eppure, le voci che arrivavano dall’interno della macchina organizzatrice – rumors, sia ben chiaro, ma di origine certa – continuavano a ripetere “Il corso si farà sabato, regolarmente”. Alla fine, la decisione finale è stata un’altra.

Sia chiaro, qua un giudizio netto su questo “spezzatino” è difficile darlo. Perché prendere una decisione, in un senso o nell’altro, era davvero complicato. Da una parte, la sicurezza del pubblico, dei carristi (prioritaria, a nostro avviso) e dei carri stessi, che col maltempo rischiano di rovinarsi. Dall’altra, gli interessi economici e turistici. Pensiamo a quei poveracci arrivati da fuori regione – ma anche da altre parti della Toscana – che domenica mattina devono liberare l’hotel, caricare i bagagli in auto e ripartire. Una bella fregatura per loro, capiamo bene il giramento di coglioni.

Alla fine, Marcucci & Co hanno optato per una via di mezzo: la D’Avena e l’alzabandiera nella prima puntata – quasi un premio di consolazione per chi domenica mattina dovrà tornare a casa – e il corso mascherato 24 ore dopo.

Giusto? Sbagliato?

Noi avremmo rimandato tutto a sabato 7 o domenica 8 marzo, cercando con la D’Avena un’altra data per farla tornare. Perché se sabato piove, alla fine sarà in ogni caso un concerto senza gioia. E comunque sottoposto ai medesimi rischi – meteo per il pubblico di quelli che ci sarebbero stati col corso mascherato. Questo compromesso ci convince poco, ma ripetiamo: qua è difficile essere categorici. Speriamo almeno che domenica non piova, sennò t’immagini che “risate”?

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