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Scritto da Redazione
Cronaca
26 Settembre 2025

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La ferita aperta da anni dall’erosione della spiaggia sul litorale apuano non può diventare un danno irreversibile su tutta la costa Apuoversiliese, dalla parte più a nord di Marina di Massa e sino a Marina di Pietrasanta”, così esordisce Orietta Colacicco, presidente dei Paladini Apuoversiliesi nell’appello dell’Associazione ai candidati Presidente e Consiglieri della Regione Toscana.

“Non si può riprofilare a inizio stagione qui e là, per qualche centinaio di metri, si ha un effetto tampone, ma non basta. Ci vogliono un piano strutturale per tutta la costa, programmazione, piano di investimento, cronoprogramma, metodo e grande capacità manageriale e gestionale. Si parla di ripascimento da più di 20 anni, ci sono stati convegni forum di Forte dei Marmi, sono arrivati 59 scienziati di tutto il mondo, si é provato a mitigare con scogliere, pennelli, geotubi con il risultato che si é solo spostata l’erosione più a sud. Noi Paladini Apuoversiliesi ce ne occupiamo da 26 anni e siamo testimoni. Ora l’erosione ha superato Forte dei Marmi e con il fenomeno inverso dell’insabbiamento é arrivata a Marina di Pietrasanta. Se ai Ronchi e Poveromo si sono persi anche 120 metri di spiaggia, e in alcuni punti non é rimasto più nulla, a Fiumetto c’é una montagnetta che devi superare per entrare in mare. L’erosione porta un grave danno economico, ambientale e sociale, perché, riducendosi la spiaggia, c’é una ricaduta negativa su tutta la filiera del turismo, perché meno posti ombra significa meno letti occupati in albergo, meno pasti nei ristoranti, meno acquisti, meno occupazione, meno valore delle case. L’accumulo di Pietrasanta per ora é avvertito come un disagio per i clienti, che inoltre devono percorrere quasi 200 metri al sole rovente per andare a fare il bagno. Per ora, ma se dovesse aumentare, i balneari sarebbero costretti a spostare verso il mare le case di guardianaggio e i servizi, forse addirittura le cabine. Sarebbero costi elevati. L’erosione cammina, e accelera se trova un’opera a sbarrare la strada ai sedimenti e a Marina di Carrara, negli anni 20 del secolo scorso appena iniziato a costruire il porto, sono apparsi i primi segnali. Ora la minaccia viene dal possibile ampliamento del porto di Carrara di 140.000 metri quadri, lo stesso che ha causato l’erosione, le cui nuove opere, a partire dal prolungamento del molo di sopraflutto per 450 metri con alta probabilità produrrebbero ulteriore erosione, andando a intaccare una economia turistica che vale 3,5 Miliardi di euro e occupa 100.000 addetti. Noi non siamo contro il porto, e la sua economia, ma per trovare un punto di equilibrio bisogna fermarsi, verificare quali nuove opere produrrebbero erosione e cercare una soluzione alternativa a minor impatto, come del resto prevede un ordine del giorno presentato alla Camera ed accolto. Ma c’é un altro danno serpeggiante, di tutti forse il peggiore che riguarda da vicino i residenti e coloro che qui hanno messo le radici con l’acquisto delle seconde case. L’erosione muta la fruizione della spiaggia, disattende le aspettative e modifica l’offerta turistica. Se in Apuania non c’é più spazio e non trovo l’ombrellone, mi sposterò più a sud, se lì, come già a Vittoria Apuana - Forte dei Marmi l’ingresso e l’uscita dal mare a causa degli scalini per i meno agili saranno difficoltosi e la famosa passeggiata sulla battigia per chilometri sarà preclusa perché inclinata, andrò verso Fiumetto, dimenticandomi il piacere della “biciclettata”, visto il tragitto più lungo. Ed é qui il punto, i residenti non avranno la loro spiaggia, i proprietari delle seconde case non troveranno più le caratteristiche, per cui qui hanno investito. Qualcuno accetterà, altri se ne andranno verso altri lidi anche in altre regioni, perché si sta perdendo completamente quel turismo familiare che ha fatto la fortuna di questi luoghi. Il bimbo che gattona sulla spiaggia deve muoversi in piano, il nonno deve poterlo accudire, camminare, entrare in acqua, senza aiuto, senza la quasi certezza di cadere. Emerge conseguentemente un grande danno meno apparente, ma potremmo dire biologico. Se l’offerta non corrisponde più alla promessa, chi può essere sicuro che la pazienza o l’amore dei proprietari di seconde case rimanga tale? Una preghiera a tutti i candidati, non lasciate che rimangano a chi vive qui solo bei ricordi, che diventano rimpianti, di lunghe, piatte, spiagge dorate”.

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