Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera inviataci dal signor Giuseppe Vezzoni, responsabile di Libera Cronaca:
"La Versilia è luogo di villeggiatura per antonomasia e del passaggio vip che godono di ampio spazio sulle pagine dei giornali. Medesimo rilievo ricevono i politici che calcano ogni estate questa passerella rutilante ma anche fortemente riluttante a denunciare ciò che invece proprio non va, che non deve intaccare la lucida patina di terra di turismo e di svago. Voglio continuare a prenderla alla larga prima di svelare il perché del titolo di questo pezzo. Il settore dell'attività della balneazione versiliese à decisamente all'avanguardia a livello nazionale per la qualità dei servizi che eroga e la rinomata clientela che attrae. Stessa eccellenza la vanta il settore alberghiero. La Versilia è decisamente un territorio di grande attrazione per la vicinanza che esiste tra il mare e le montagne delle Alpi Apuane, santuario del marmo e incipit della storia dell'arte che scaturisce da questo materiale, tramite il quale inarrivabili artisti, scolpendolo, hanno sfiorato l'infusione della vita. Per la stordente bellezza del festone naturale del mare e della montagna, la Versilia è pertanto territorio privilegiato per fare da proscenio a eventi culturali e politici e gode della nutrita presenza degli ospiti stranieri, oltre a quella affezionata dei villeggianti italiani, che anno dopo anno la prediligono per trascorrere le vacanze estive ma anche per godere nei fine settimana delle giornate di sole che caratterizzano questo territorio per gran parte dell'anno solare. Questo afflusso determina anche l'importazione di criticità sanitarie extra territoriali che acuiscono le carenze che a seguito dei tagli dei posti letto e del personale sanitario si sono consolidate e aggravano i disagi che devono sopportare gli ammalati provenienti La Versilia è decisamente luogo di luce e di rigenerazione psico-fisica che durante la stagione estiva raddoppia la popolazione residente e che nei weekend di luglio e d'agosto risulta praticamente impossibile quantificare l'effettiva presenza dei turisti. Un territorio siffatto, dove l'eccellenza impera e gli operatori si fanno in quattro per mantenerla ai livelli più alti dell'offerta turistica nazionale, dovrebbe avere un ospedale adeguato per rispondere alla qualità che evoca la Versilia e ai numeri estivi dei potenziali accessi a un unico nosocomio comprensoriale che dal 2002 ha sostituito i presidi ospedalieri versiliesi del Campana di Seravezza, del Lucchesi di Pietrasanta, del Tabarracci di Viareggio e del S. Vincenzo s. Michele di Camaiore. Purtroppo non è così. Il reparto del Pronto Soccorso e quello che evidenzia le maggiori carenze, personale, spazio inadeguato e tempo di attesa, anche se i tagli negli altri reparti, i cui effetti non sono immediatamente evidenti come quelli del Pronto Soccorso, non sono assolutamente secondari. Tutt'altro!
La mia esperienza
Lunedì 11 agosto accedo al Pronto Soccorso del Versilia intorno alle 22 denunciando un forte dolore alla spalla destra, un espettorato macchiato di sangue e uno stato febbrile superiore ai 38 gradi. Dopo essere stato provvisto del numero per la chiamata alla visita medica mi accomodo su un seduta della sala d'attesa esterna. Trascorsi circa una quarantina di minuti inizio a subire una forte sudorazione accompagnata da una sensazione di vomito imminente. Mio figlio allerta il personale. Vengo fatto sedere su una sedia sanitaria e portato all'interno del Pronto Soccorso. Mi viene somministrato il Plasil, farmaco contro il vomito, e sono stato attenzionato con un elettrocardiogramma e un prelievo del sangue. La situazione migliora e anche lo stato febbrile evidenzia una diminuzione della temperatura. Verso le 23,30 esco un attimo per rassicurare i miei famigliari in attesa nella sala esterna. L'area interna del Pronto Soccorso era praticamente strapiena di pazienti sistemati su lettini ,barelle e sedie sanitarie in attesa della visita medica. Alle una di martedì 12 agosto sono informato che dovrò attendere ancora alcune ore prima di essere visitato dal medico e che pertanto i miei famigliari erano stati invitati andare a riposarsi a casa e ritornare dopo le otto. Poiché la sedia su cui ero stato ricoverato aveva rotto il piano che consente di poggiare i polpacci delle gambe e trovare una posizione di migliore sollievo, considerato il dolore alla spalla e la parte inferiore delle gambe poggiate per terra, stare su quella sedia man mano che le ore trascorrevano stata trasformandosi in una condizione di tortura. Due volte, dalle tre alle cinque di martedì mattina, ho chiesto se era possibile sistemarmi su un lettino e quando sarei stato visitato e ho ricevuto queste risposte: purtroppo non c'erano lettini liberi e il fascicolo inerente all'ingresso al Pronto Soccorso non era stato ancora preso in carico dal medico. C'erano degli esami del sangue che denunciavano un aumento dei globuli bianchi a causa di una probabile infezione in corso. Verso le sei della mattina, se non ci fosse stato a frenarmi il contrappeso dell'espettorato macchiato di sangue, avrei sbottato di brutto. Ormai quella seduta era diventata una afflizione. Ho ardentemente sperato, lo confesso, che tanti tagliatori di servizi e politici esecutori provassero il "sollievo" che dava quella posizione e la promiscuità che c'era di malati in osservazione: uomini, donne, vecchi e giovani. Un dèjà vu che mai e poi mai avrei immaginato caratterizzasse anche il nuovo l'ospedale unico della Versilia dopo le roboanti promesse di maggiore qualità di servizi a favore della salute e della privacy degli ammalati che sarebbe stata conseguita con la realizzazione in Versilia di un unico nosocomio. Alle sei e mezzo finalmente posso sdraiarmi su un lettino. Alle otto e mezzo il medico prende finalmente in carico il mio fascicolo e mi prescrive una radiografia al torace e una ecografia all'addome. Dopo aver fatto la radiografia e ancora in attesa dell'ecografia, vengo richiamato nella sala del Pronto Soccorso per comunicarmi che sarei stato trattenuto a seguito di una polmonite. Di nuovo sul lettino per una flebo. Poco dopo vengo trasportato nell'altra sala che precede il ricovero dei pazienti nei vari reparti. In questo caso la promiscuità tocca il massimo livello, con i lettini accostati gli uni agli altri, tanto che muovendoci si poteva toccare il letto dell'ammalato vicino. Chi urlava, chi si lamentava. Gli infermieri erano subissati di richieste. Pochi, per tante necessità e per pazienti con chiare e gravi problematiche di senilità. Una situazione che per rispetto non definisco ma che avrei il termine adatto senza il timore di essere smentito. Poiché l'intento di raccontare questa esperienza è quello di provocare una sensibilizzazione costruttiva per porre riparo a questa situazione e non quella di fare critica tout court né di cavalcare il sensazionalismo, mi trattengo dal commentare ulteriormente ciò a cui ho assistito. Una condizione, quella in cui si ritrovava la sala pre ricovero la mattina 12 agosto, che voglio sperare essere stata momentaneamente emergenziale e non quotidiana, in cui ho veramente temuto di dover attendere prima che si liberasse un posto letto nel reparto di Medicina Due in cui sarei stato ricoverato. Per fortuna, dopo due ore o poco più , sono uscito dalla sala e sono stato portato in reparto e tutta la tensione accumulata durante le quattordici e più ore trascorse al Pronto Soccorso è scemata. Scambiando le impressioni con alcuni ricoverati, alcuni hanno avuto un'attesa più lunga della mia, l'esperienza fatta presso il Pronto Soccorso al Versilia si è rivelata anche per loro una dura prova. Anche il mio compagno di stanza, appena uscirà, si è ripromesso di raccontare l'esperienza fatta a un giornalista che ha già contattato. Mi ha raccontato che giorni prima, già degente, dopo la visita presso un ambulatorio cardiologico, era in attesa nel corridoio per essere riportato in reparto. Accanto a lui una persona anziana di 92 anni stava attendendo anch'esso il rientro nella camera. A un certo punto il novantaduenne inizia a disperarsi e a piangere in maniera incontenibile. Il mio compagno di stanza cerca di calmarlo, di fargli coraggio e gli chiede il motivo della crisi di pianto. Il degente nonagenario gli rivela che stava aspettando di essere riportato al suo reparto da oltre due ore. A questo punto- ha raccontato il mio compagno di stanza- prende il toro per le corna e con il cellulare e fa una telefonata (evito di dire a chi) e scoppia un putiferio: c'è chi approva la telefonata e chi meno. Comunque ambedue i degenti sono fatti rientrare ai rispettivi reparti. Poiché negli ultimi anni ho avuto esperienze di ricovero al Versilia, nei miei spostamenti effettuati da degente ho riscontrato una puntualità nel rientro in camera che non avevo riscontrato nelle precedenti esperienze fatte. Non so se sia dipeso dall'episodio raccontato o dall'affinamento del servizio, ma su questo specifico aspetto non ho niente su cui obiettare. Per concludere, precisando che non sono un addetto ai lavori, tuttavia mi pare che i turni del personale infermieristico che opera nel reparto di Medicina Due, nonostante il continuo darsi da fare, andrebbero potenziati con un incremento numerico di due o tre unità per turno. Considerato l'allungamento della vita a cui concorrono anche le cure mediche, sono sempre più numerosi gli ammalati anziani che necessitano di un maggior tempo di cura per l'igiene del corpo e la somministrazione delle terapie da parte degli infermieri. Un aspetto che dovrebbe essere tenuto in debita considerazione qualora non si intenda investire nella tecnologia di ausili finalizzati ad agevolare le necessarie incombenze di reparto. Concludo con un appello ai sindaci e alle amministrazioni comunali della Versilia, quello di rimettere al centro dell'attenzione l'ospedale unico della Versilia per invertire l'operazione di depotenziamento e per ridare alla Versilia un ospedale degno di rappresentare l'eccellenza turistica, culturale e sociale che il nome Versilia evoca. Non possiamo accettare che l'aspetto sanitario sia di livello inferiore. Ciò significherebbe acconsentire mellifluamente che i parametri definiti di eccellenza non rispondano di fatto al vero. La campagna elettorale per le prossime elezioni regionali in Toscana deve riportare al centro dell'attenzione e dell'azione amministrativa regionale l'ospedale unico della Versilia. I candidati presidente facciano un "aperitivo" non solo nei bagni e nelle piazze della Versilia ma anche presso i reparti dell'ospedale di Lido di Camaiore per ascoltare le esigenze che certamente il personale medico-infermieristico saprà esporre con particolare dovizia.
(Ringrazio tutto il personale medico e infermieristico del reparto Medicina Due per le attenzioni che ho ricevuto durante questi dieci giorni di ricovero)".