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Scritto da Redazione
Cronaca
08 Settembre 2025

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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato, dal titolo di "Manifesto per le Alpi Apuane", diffuso da Claudio Grandi in collaborazione con Mountains Wilderness:

La Toscana
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Si devono registrare una serie di "distrazioni" che hanno portato ad abbandonare in Toscana la visione strategica per cui i Parchi naturali debbano rappresentare modelli di governo del territorio, in quanto presidi dell'ambiente e del paesaggio, alternativi ad uno sviluppo tradizionale che consuma risorse e territorio. In particolare, al contrario, le Alpi Apuane vengono intese come "bacino industriale da sfruttare". 
Il Parco regionale delle Alpi Apuane
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Il parco regionale delle Alpi Apuane è paralizzato nel suo funzionamento, ormai i controlli sul territorio sono ridotti al minimo a causa delle esigue forze dei pochi guardiaparco. Le risorse economiche sono limitate, la Regione sottofinanzia l'area protetta impegnando i medesimi stanziamenti previsti prima dell'avvento dell'euro, per cui in sostanza i finanziamenti sono dimezzati nel valore effettivo.
La politica regionale dovrebbe utilizzare il Parco per contribuire a fermare lo spopolamento dei piccoli paesi delle Apuane - cosiddette "aree interne" - ripristinando i servizi quali la sanità, i trasporti, gli uffici postali, le scuole che ha già chiuso o pesantemente ridotto. Il recupero/riequilibrio delle aree interne costituite del sistema Appenninico e delle aree montane ad esso collegate é uno dei principali problemi aperti che la politica dovrà affrontare da subito e in modo più concreto di quanto fatto finora.
Escursioni
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In un quadro di rilancio bisogna iniziare dalle cose apparentemente semplici: i sentieri escursionistici, volano per un'economia sostenibile legata al cosiddetto "turismo dolce", dovrebbero essere di libero accesso per tutti mentre oggi dobbiamo constatare che diversi sentieri storici sono arbitrariamente chiusi al passaggio ad opera di privati.
Oro Bianco
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È importante cancellare la deroga della Regione Toscana alla legge Galasso, la quale non consente l'escavazione oltre i 1.200 metri di quota: questa deroga ha consentito irresponsabili "tagli" delle vette dei monti Apuani cambiando addirittura lo skyline dell'intera catena, elemento fondamentale della definizione paesaggistica dei luoghi ed uno dei motivi fondamentali delle tutele statali.
Altrettanto fondamentale, per recuperare una civiltà del marmo - Oro bianco - da contrapporre alla attuale cultura della rapina incosciente delle risorse, è attuare il sistema di archeologia mineraria deliberato dal Parco in data 4/11/2003 e mai realizzato. Esso aveva lo scopo di conservare e valorizzare gli antichi siti industriali di rilevanza storica e culturale.
Occorre iniziare un percorso virtuoso per superare la dicotomia cave/ambiente. Compito della politica sarà quello di intraprendere, con leggi adeguate, una rivoluzione culturale che superi l'idea quasi esclusivamente di sito industriale che si ha delle Alpi Apuane da parte di consistenti ed influenti forze economiche e sociali locali, sostenute in molti casi da esponenti politici che non hanno il coraggio di delineare un modello alternativo e più sostenibile. I tanti morti fra i lavoratori dovrebbero invitare anche il mondo sindacale ad una riflessione che consideri la presenza del parco come una risorsa per rinnovare un modello di sviluppo che ha perso le sue caratteristiche tradizionali e che non può essere affidato solo alle esigenze degli imprenditori, data la capacità dei mezzi moderni di stravolgimento dei luoghi.
Questo scrigno di biodiversità dovrà avere un futuro anche di turismo eco compatibile, allevamento, produzione ed agricoltura dei suoi prodotti tipici; solo così si potranno conservare i posti di lavoro e crearne di nuovi.
Oro Blu
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La catena delle Alpi Apuane ha la caratteristica di avere una morfologia carsica, conservando al proprio interno l'acqua piovana come un'enorme spugna e filtrandola da tutte le impurità. I fiumi ed i torrenti sono esposti ad un costante rischio di inquinamento ad opera della marmettola, polvere della segagione del marmo mista con olii pesanti, non solo per quanto riguarda lo scorrimento superficiale delle acque ma in particolare per le falde sotterranee e le sorgenti che alimentano gli acquedotti pubblici, con gravi ripercussioni per la popolazione residente. Con i cambiamenti climatici il problema dell'approvvigionamento idrico è sempre più in crisi, a maggior ragione conservare e tutelare le acque delle Alpi Apuane diventa irrinunciabile.
La Regione Toscana dichiara che «le Apuane sono il primo bacino idrico della Toscana ed un enorme serbatoio naturale», ciononostante emana leggi che favoriscono le escavazioni mettendo a rischio l'Oro Blu.
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Flora e fauna
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Le Alpi Apuane ospitano 93 piante endemiche, specie esclusive, come pinguicola Apuana - pianta carnivora - e la felce falcetta atlantica. Sono 143 le piante inserite nella "lista rossa Nazionale" delle piante a rischio estinzione - report Università di Pisa -. La rivista Italian Botanist ha documentato un totale di 1.987 tra specie e sottospecie, un paradiso della biodiversità messo a rischio dall'opera impattante del genere umano.
Sulle Alpi Apuane sono scomparsi i grandi mammiferi, restano presenti il muflone - introdotto -, il cinghiale, la lepre ed il capriolo ma anche la rana arvicola delle nevi. Tra l'avifauna spiccano il gufo, gli allocchi e l'aquila reale, mentre tra gli anfibi troviamo la salamandrina dagli occhiali ed il raro geotritone. Per tutti queste specie l'inquinamento acustico ed ambientale, provocato dalle cave, determina mutazioni nelle abitudini e nei cicli riproduttivi.
Futuro delle Alpi Apuane
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Il rallentamento delle politiche di decarbonizzazione e diminuizione delle temperature, dovute ai cambiamenti climatici, porterà ad una minore attenzione alle problematiche dell'ambiente. Tutto questo si rifletterà anche sulle Alpi Apuane e sulla consapevolezza dell'opinione pubblica per la necessità della loro conservazione e tutela.
Diverse organizzazioni ambientaliste, per queste ragioni, auspicano un percorso di sostituzione del parco regionale con un parco Nazionale delle Alpi Apuane, ritenendo questo uno strumento che dia maggiori garanzie di quelle attuali; un iter amministrativo che trova un precedente recente nell'istituzione del Parco Nazionale del Matese tra Campania e Molise, andato a ricalcare ed ampliare l'omonimo parco regionale preesistente. Si può fare! 
di Claudio Grandi in collaborazione con Mountains Wilderness
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