L'associazione dei Paladini Apuoversiliesi continua la sua battaglia contro l'ampliamento del porto di Marina di Carrara: "Il 19 Agosto é stato pubblicato sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica l’avviso secondo il quale non é da assoggettare a Via il progetto di prolungamento della banchina Taliercio del porto di Marina di Carrara - ha spiegato Orietta Colacicco residente dell'associazione - Ma questo esito non é un nulla osta. Andando a scaricare e ad esaminare la determinazione con l’allegato Parere di 67 pagine n. 462 del 22 luglio 2025 della Sottocommissione VIA si trovano condizioni, veti e prescrizioni da ottemperare”. E’ da ricordare che già la sottocommissione aveva chiesto molteplici integrazioni, inviate poi dall’autorità Portuale. Ora si dovranno adottare comportamenti precisi, sottoposti a controlli, prima e durante l’opera. ”Purtroppo malgrado una comunicazione precisa, molti non hanno compreso che questo progetto é intervento diverso dal Piano Regolatore Portuale, per cui si attende ancora il parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. L’equivoco nasce probabilmente dal fatto che in realtà l’opera sarebbe comunque compresa proprio nel PRP, in quanto la banchina Taliercio é parte del molo di sopraflutto. A suo tempo ci eravamo chiesti il motivo per cui era stato scorporato. Il progetto relativo alla Taliercio prevede un prolungamento di 80,00 metri 25 dei quali sarebbero già previsti dal PRP vigente, quello del 1981. Altri 55 metri invece sarebbero compresi in una proposta di ATF (Adeguamento Tecnico Funzionale) riportata nel Parere, che propriamente si chiama Affare del C.S.LL.PP. (Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici) n.115/2021, che i Paladini avevano acquisito presentando accesso civico generalizzato. Trasversalmente la banchina avrà una larghezza di 76 metri, in totale quindi l’opera vale circa 6000 metri quadrati. Non é certo quindi il PRP, che vale 140 mila metri quadrati.”
il 10 gennaio,- continua Orietta Colacicco - avevamo inviato al Ministero dell’Ambiente le osservazioni alla procedura di Assoggettabilità a VIA numero 13115. Sotto la lente i 73 documenti pubblicati sul sito del Mase, inviati dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, da cui emergevano diversi problemi e criticità per l’inquinamento acustico, atmosferico, delle acque, i dragaggi, la lunghezza temporale della manovra e la sua difficoltà, determinate dalla ristrettezza degli spazi, tali da far emergere preoccupazioni per qualunque tipo di incidente da scongiurare.
Lo scopo dell’opera,che avrebbe dovuto far parte delle opere dal PRP,secondo l’Autorità Portuale era quello o meglio avrebbe dovuto essere quello “di realizzare un sistema di ormeggio per l’accosto di una grande nave cruise alla testata e, come risulta dalle simulazioni, lo scopo era quello di ospitare all’interno del porto due navi da crociera”. “Dico tutto al condizionale – continua Colacicco – per due motivi. Come sappiamo -proprio per l’Affare 115/21- navi da crociera o mercantili di lunghezza superiore a 285 metri non possono entrare nel porto di Carrara, tanto che nel parere di luglio della Sottocommissione non si parla più di navi da crociera e “l’intervento è volto a raggiungere un nuovo assetto delle banchine interne al molo di sopraflutto,che si rende necessario al fine di garantire sufficiente fronte di accosto e adeguati spazi di retropiazzale atti a migliorare le condizioni di sicurezza essenziali allo svolgimento delle varie attività portuali attualmente in essere connesse alla contemporanea presenza di navi di nuova generazione alle stesse banchine”. “D’altro canto – prosegue Colacicco - l’opera non parrebbe più far parte del progetto del PRP e non sarebbe un intervento scorporato, perché molte sono le voci per cui sarebbe stato accantonato o in fase di abbandono il progetto del prolungamento del molo di sopraflutto di 450 metri, per intenderci l’opera che porterebbe con altissima probabilità un ulteriore incremento dell’erosione con danni irreversibili per tutta la costa Apuoversiliese, dal porto e sino a Marina di Pietrasanta, dove purtroppo si é affacciata. E per questo si veda anche l’ordine del giorno presentato alla Camera il 10 Luglio dall’Onorevole Andrea Barabotti, condiviso anche dall’Onorevole Alessandro Amorese, che impegna il governo a valutare un tavolo tecnico con l'obiettivo di approfondire, sentiti i comuni interessati, gli impatti erosivi delle opere del PRP previste a mare con i migliori strumenti disponibili, valutando anche eventuali soluzioni progettuali alternative. Bisogna secondo noi trovare una soluzione diversa per il PRP, senza dimenticare che già il piano contiene dieci soluzioni di cui il decreto di chiusura di VAS dei Ministeri dell’Ambiente e della Cultura hanno chiesto la ragione e l’impatto una per una”. Tornando alla determinazione, é scritto chiaramente che se l’esito della verifica esclude il progetto da procedimenti di VIA, è determinato l’esito positivo della valutazione di incidenza, subordinatamente al rispetto delle condizioni ambientali di cui all’articolo 2, poste dalla commissione tecnica,con parere 462 del 22 luglio 2025. L’autorità portuale dovrà presentare l’istanza per l’avvio delle procedure di verifica di ottemperanza ad opera di esperti incaricati dal Ministero. Le condizioni ambientali ante, durante e post operam riguardano vibrazioni e rumori per cui l’autorità portuale dovrà produrre uno specifico approfondimento, analizzando gli impatti derivanti dalla fase di demolizione e di salpamento dei massi. Dovrà inoltre redigere la valutazione di impatto acustico come da richiesta di ARPAT e prevedere misure di mitigazione nel caso in cui l’inizio dei lavori dei dragaggi di mantenimento dovesse slittare comportando una sovrapposizione con effetti cumulativi rispetto alla risorsa aria, rumore e viabilità da e per il cantiere. Dovrà pure recepire le richieste dell’Arpat sulla torbidità e sul rumore e le richieste ASL. “Tradotto vuole dire secondo noi, conclude Colacicco - “si può procedere, ma l’intervento é un sorvegliato speciale. A nostro avviso il problema viene anche dal cronoprogramma. Proprio per rispondere a una delle condizioni che é quella di non sovrapporsi ad altri lavori programmati, l’inizio dell’intervento é previsto ad aprile 2026,, per cui sempre secondo noi il clu si avrà proprio all’inizio della stagione estiva con disagi specie per il traffico, che in tale stagione già aumenta, per la torpidità e per i rumori, sia per i cittadini che per tutti i turisti. Nell’incontro che speriamo il Commissario Pisano ci vorrà accordare, approfondiremmo il tema proponendo anche di spostare l’ inizio dei lavori a settembre 2026.Se i tempi sono di 10 mesi, in questo modo si eviterebbero maggiori disagi nella stagione estivs 2026 e si arriverebbe a giugno 2027 a lavori conclusi. Certo ci sarà disagio per i cittadini di Marina di Carrara e noi saremo vigili".