"Se, dopo dieci anni - più uno - di amministrazione, Del Ghingaro esce di scena senza aver risolto nessuno dei problemi relativi alla Darsena, la responsabilità è soltanto sua", scrive il Coordinamento No Asse nel suo ultimo comunicato in merito alle decisioni prese dall'Amministrazione Del Ghingaro.
"Si è incaponito su un tracciato che, come gli è stato evidenziato a più riprese nel corso degli anni, non è praticabile perché viola leggi e normative regionali, nazionali e finanche europee. L’escamotage di trasformare la strada in una pista ad uso esclusivo del passaggio delle imbarcazioni, che i maligni hanno giudicato un modo per aprire il varco e - in un futuro - renderlo carrabile, non è servito. La forzatura di inserirlo, anche qui in modo non consono, nelle tavole del futuro Piano Strutturale, nemmeno.
L’Amministrazione ha persino messo il carro davanti ai buoi, dando avvio al Piano Operativo del Comune non solo senza aver ancora approvato il Piano Strutturale, ma senza neppure aver discusso le osservazioni in merito. Per di più, apprendiamo dalla stampa che non si sta neppure riuscendo a dare avvio a quel tratto di strada su cui tutti paiono essere d’accordo e sui cui è stato ottenuto il cospicuo finanziamento di 7 milioni di euro da parte della Regione: il congiungimento fra via Nicola Pisano e via Indipendenza - su cui peraltro, ad oggi, non siamo riusciti a conoscere il dettaglio dei costi -.
Cosa succede?
Quello che sappiamo è che la valutazione ambientale del tracciato a sud da parte del Comune ha ricevuto l’ennesima bocciatura dal Parco; e che, se proprio si insiste a voler passare di lì, non resta che ricominciare un nuovo iter – come ci ha comunicato la neo assessora Marinella Spagnoli – che sarebbe ancora più complesso - Valutazione Ambientale di 3° livello -, e che coinvolgerebbe addirittura le istituzioni europee.
Se le richieste della nautica e dei cittadini della Darsena sono impellenti, perché continuare a procrastinare sine die la pratica? Perché non valutare seriamente la soluzione di utilizzo della viabilità esistente, che avrebbe, se non altro, il pregio di essere sperimentabile in tempi brevi e con costi molto inferiori rispetto al tracciato a sud?
L’analogo è accaduto per la Ciclovia tirrenica: sono passati anni e ancora non ce l’abbiamo; in compenso, abbiamo tortuosi percorsi fra parcheggi e marciapiedi della Darsena e di Torre del Lago, costati un milione e 750mila euro. Perché, in luogo del semplice, ovvio, lineare tracciato del viale dei Tigli, ci si è incaponiti a voler passare dallo stradello della Lecciona, ben sapendo che, anche in quel caso, ciò non era consentito da norme e leggi di tutela ambientale?
Qualcuno potrebbe azzardare un’illazione: non sarà mica che l’Asse a sud e la Ciclovia tirrenica alla Lecciona erano funzionali a produrre una rottura negli equilibri ambientali a ridosso del Parco, e all’interno di una Riserva naturale? A determinare il progressivo degrado delle zone interessate, ovvero la perdita proprio di quelle peculiarità per cui sono soggette a tutela? Cosicché, nel giro di qualche anno, tali zone, perduto il loro pregio, diventassero magari urbanizzabili e edificabili?
Dato lo stop per ora inappellabile a questi progetti, forse anche arrivare da via Nicola Pisano a Via Indipendenza non è più così urgente, agli occhi dell’uscente Amministrazione? Sarà interessante capire come questa questione sarà affrontata dalle varie forze politiche che si confronteranno nella prossima campagna elettorale".
Viareggio, 10/12/2025 Coordinamento No Asse








