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Scritto da Redazione
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31 Gennaio 2023

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Si tratta di uno dei colossi del gioco d’azzardo e delle scommesse sportive in Europa. Fondato nel 1997 a Liverpool come Stanleybet International, ma dalle radici nordirlandesi. Infatti è dal 1958 a Belfast che il gruppo Stanley si occupa di gaming e betting. Adesso è finalmente e ufficialmente un operatore con licenza concessa dall’organo italiano ADM, ex AAMS, dopo aver superato brillantemente una leggera controversia proprio con quest’ultimo.

Un po’ di storia di Stanleybet

Dall’Irlanda del Nord ne ha fatta di strada questo brand che ora può vantare partnership di alto standard. Alcune di queste con produttori software importanti quali Evolution, Pragmatic Play e NetEnt, con quest’ultima che propone svariati giochi di slot gratis con cui potrai farti un’idea delle funzioni, dei Bonus Game e di tutte le caratteristiche dei giochi quali RTP, probabilità di vincita e volatilità. Nel 2005 il gruppo prese la decisione di vendere a William Hill tutti gli shop nel Regno Unito, all’incirca 700, restando attiva però in campo europeo con la denominazione Stanley International e in Italia invece con Stanleybet Malta, perché? Scopriamolo insieme.

Stanleybet Malta paga la propria prima imposta in Italia il 4 gennaio 2023

Al 2023 la Stanleybet Malta ha versato l’imposta unica per le scommesse all’Agenzia Dogane e Monopoli italiana. Questa non sarebbe una notizia se non fosse per tutto ciò che c’è dietro questa storia, ma partiamo dalla fine. Si tratta di un lieto fine, che vede finalmente il pagamento della imposta in seguito alla decisione presa dal consiglio d’amministrazione di Stanley Holding di Liverpool il 15 dicembre 2022, e ratificata il 28 dicembre 2022. Stanley opererà sì in Italia, ma resterà legata indissolubilmente comunque alla Malta Gaming Authority.

Una vicenda durata ben 15 anni dal ‘98 al 2003

Forse ne faranno un film, fatto sta che la vicenda Stanley-governo italiano è andata avanti per diverso tempo, anche se per dovere di cronaca bisogna ammettere che i toni sono sempre stati molto pacati. La diatriba fra ADM e Stanley nasce quando il brand di Liverpool decide di partecipare a dei bandi per il territorio italiano esattamente nel 1998. Da quell’anno sono successivamente state prodotte tre sentenze: gare d’appalto del 2000, gare Bersani del 2006 e gara Monti 2012. In tutte e quattro queste sentenze stabiliscono che Stanley ha avuto dei rallentamenti da parte dell’organismo dell’Agenzia Dogane e Monopoli in tema di partecipazione ai bandi. Un ostracismo più volte paventato da Stanley, che dunque ci ha provato per quattro volte, fra cui il ‘98 durante la fase sperimentale, ed è stata sempre “discriminata”, per utilizzare il termine tecnico usato nelle sentenze.

2016-2017 biennio decisivo per la storia Stanley-ADM

Come accennato la Stanley non ha mai deciso di denunciare ADM, e ha sempre provato a dialogare con gli organi statali italiani, nonostante dopo il biennio 2016-2017, in cui i rapporti sembravano incrinarsi definitivamente. ADM aveva di fatto impedito a Stanley l’accesso alla procedura di regolarizzazione del 2015 e del 2016. Con una serie di procedimenti penali multipli avviati da ADM tra il 2014 e il 2017 contro diversi dirigenti apicali di Stanley e contro alcuni titolari della rete, ha indirettamente impedito e reso impossibile la partecipazione dell’azienda a quelle procedure, per difetto dei requisiti soggettivi.

Nel 2017, a conclusione dei procedimenti penali il termine per la regolarizzazione era scaduto, e dunque l’azienda si era ritrovata con un “pugno di mosche”. Questa situazione aveva fatto pensare a un inasprimento della controversia, e ad azioni legali da ambo le parti, ma in realtà i due attori sono rimasti distanti e in silenzio.

Tutto bene ciò che finisce bene si potrebbe dunque dire. Una controversia durata più del dovuto, e da cui molto probabilmente hanno perso entrambe sia ADM che Stanley, e non soltanto in termini di tempo, bensì anche di denaro. La decisione presa alle porte di Natale 2022 dal consiglio di amministrazione del brand inglese è stata saggia e ben accolta dall’Agenzia Dogane e Monopoli italiana, per una proficua collaborazione futura, per un settore che non smette di crescere e aumentare introiti nelle casse dello stato.

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