Riceviamo e pubblichiamo le seguenti osservazioni diffuse da Giuseppe Vezzoni, responsabile di Libera Cronaca, alle dichiarazioni riportate dalla stampa in merito all'81° anniversario delle stragi nazifasciste di Sant'Anna e Vinca. Rilievi sulla cerimonia a Pontestazzemese e Mulina.
«Va precisato subito che l'assenza di un rappresentante del Governo alle più importanti commemorazioni delle stragi nazifasciste è stato un fatto grave. Ancora di più se lo si volesse ancorare al messaggio inviato per la strage di Sant'Anna di Stazzema dal presidente Sergio Mattarella: "La Repubblica riconosce in questo luogo di martirio, in questo sacrario civile, una delle sue più profonde radici". Se a Sant'Anna di Stazzema l'assenza del 12 agosto 2025 non ha suscitato una reazione di forte critica, differentemente a quanto era successo in passato, il 24 agosto, alla commemorazione della strage di Vinca, il sindaco di Fivizzano è andato oltre a una critica che era doverosa ma non al punto da affibbiare addirittura un'etichetta fascista all'assenza governativa. Questa sottolineatura ha sollevato il risentimento dell'europarlamentare leghista Vannacci, il quale ha definito le dichiarazioni del sindaco di Fivizzano passibili di querela se non fossero intervenute le immediate scuse. A Stazzema, invece, l'assenza del governo è stata incassata sorprendentemente in maniera politicamente molto trattenuta e a essa, come richiamo, è stata contrapposta la motivazione del marchio europeo che fa di Sant'Anna patrimonio dell'Europa: L'Europa nasce da questo luogo! Sulla scelta di non aggredire politicamente la mancata partecipazione di un rappresentante del Governo evito di pensar male per non indovinarne la ragione.
Sicuramente è sfuggito a molti, ma nel messaggio del Capo dello Stato a Sant'Anna di Stazzema è rispuntata una quantificazione delle vittime, "Oltre cinquecento persone – donne, anziani, sfollati, tanti bambini – vennero trucidate senza alcuna pietà", che dal 29 febbraio 2020 non c'era più stata da parte del Presidente. Quel giorno negli interventi ufficiali, il sindaco Verona, il presidente dell'associazione Enrico Pieri, il prof. Paolo Pezzino e il Capo dello Stato si astennero dal pronunciare la cifra storica dei morti. La quantificazione ufficiale degli uccisi sarebbe dovuta venire a seguito di un riscontro istituzionale accurato che fu annunciata nel settembre 2020 con un comunicato congiunto a firma del sindaco di Stazzema, Maurizio Verona, e del prof. Palo Pezzino, allora presidente del Comitato scientifico. Oggi appare ormai una battaglia spenta. Il tentativo di tenerla accesa provoca le perentorie esortazioni a desistere e a farla finita dei molti Sancho Panza. Dallo scagliarsi lancia in resta contro i mulini a vento che proteggono il tema del numero delle vittime se ne esce sempre pesti e miseramente compassionati, se non derisi. Tuttavia, quando si sono dedicati tempo, la massima cura e l'onestà intellettuale per portare a termine una ricerca sul numero dei morti e sulla loro identità come quella raccolta sul libro L'Eccidio di Sant'Anna. Nomi e luoghi delle vittime - Pezzini editore, giugno 2020 - firmato dal sottoscritto e da Lorenzo Alessandrini, continuare a battersi contro i mulini a vento non è una allucinazione "manchana" che sprona Ronzinante contro le pale dei mulini ma è invece testimonianza di coraggio delle proprie idee, è dimostrazione di libertà che non si piega ai condizionamenti. Significa credere e pretendere che la ricerca fatta sia presa in considerazione, che possa essere valutata positivamente o pubblicamente sconfessata. Il lavoro di riscontro, inviato all'attenzione del Capo dello Stato e poi del sindaco di Stazzema e del presidente del Comitato scientifico, si conclude con questa elementare richiesta fatta dagli autori. Sono trascorsi già cinque anni e la richiesta attende ancora di essere soddisfatta.
Leggendo le cronache dei giornali e le dichiarazioni pubblicate, emerge anche che l'aggettivo nazifascista sia poco usato, quasi fosse in essere un escamotage finalizzato a scindere il nazismo dal fascismo nelle responsabilità degli eccidi. Se questo fosse davvero il recondito intento, allora bisogna affermare chiaramente che è un tentativo che falsa la narrazione storica per non riconoscere la compenetrazione che è avvenuta fra i due totalitarismi, ossia "l'osmosi politica e militare tra le due ideologie, che, nate da radici diverse, si unirono nella volontà e nell'azione di razzismo antisionista" - Cass, sez, V, sent. 8.1. 2010 -. Tante stragi, fra le quali quelle di Sant'Anna e di Vinca, furono di matrice nazifascista e frutto anche o soprattutto della guerra civile. Pertanto l'aggettivo nazifascista andrebbe utilizzato più diffusamente di quanto invece comunemente avviene.
Anche la definizione "La Resistenza non è un capitolo chiuso, la resistenza è un muscolo. E noi oggi lo alleniamo ancora", che nel denunciare nuove forme del fascismo ha fornito la sindaco di Genova, Silvia Salis, oratrice ufficiale della cerimonia dell'81° anniversario della strage di Sant'Anna, non convince troppo. La Resistenza non è un muscolo ma una matrice ideale che si batte per la libertà e il rispetto della persona umana. Si afferma soprattutto con l'esempio e non con le parole. La Resistenza delle parole non è mai quella dei fatti, tanto che sovente si auto invalida.
A conclusione di questa disanima, rientrando nei confini dello Stazzemese, occorre rilevare che nonostante le numerose centinaia di migliaia di euro che Stato e Regione Toscana erogano ogni anno al finanziamento del Parco nazionale della Pace, alla cerimonia dell'11 agosto scorso tenutasi a Pontestazzemese e a Mulina, è mancata la presenza di un trombettista per suonare il Silenzio in occasione della deposizione di un mazzo di fiori ai monumenti che ricordano don Innocenzo Lazzeri, don Fiore Menguzzo e a quelli delle vittime di guerra di Pontestazzemese e Mulina. Bene invece l'esposizione di un pezzo dl tappeto del mondo presso il municipio di Pontestazzemese. Infine, a distanza di un anno mezzo dalla presentazione del documento in cui stati elencati gli interventi finalizzati alla valorizzazione del luogo della memoria di Mulina di Stazzema, si constata solo una maggiore attività di pulizia dell'area rispetto al passato. La mattina della cerimonia erano in corso i lavori inerenti alla messa in sicurezza della copertura del tetto della chiesa di San Rocco. Edificio chiuso dal novembre 2019. La 35ª cerimonia dell' 81° anniversario della strage nazifascista di Mulina ha visto una ridotta partecipazione istituzionale. Sono mancati i gonfaloni di Pisa, Domodossola, Pescaglia, Castello Tesino e di alcuni comuni versiliesi. Sono anni che non partecipa più il gonfalone della Regione Toscana. Il Patto d'Amicizia che fu sottoscritto nel 2013 andrebbe rilanciato».