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Scritto da Redazione
A. Versilia
22 Dicembre 2025

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Il 5 maggio 1989 il quotidiano de Il Tirreno riportava la notizia che la Commissione Cultura della Camera giorni avanti aveva discusso la proposta di legge per istituire il Parco della Pace a Sant'Anna di Stazzema ritenendo ancora non sufficientemente chiari i modi di copertura degli importi previsti dalla proposta di legge. L'Onorevole Silvano Labriola afferma: "E' stato fatto tutto quanto era nelle nostre possibilità per questa iniziativa. L'abbiamo presentata, sostenuta nelle sedi più opportune, abbiamo trovato la soluzione al problema del finanziamento sollevato dalla Commissione Pareri. A questo punto non ci sono più ostacoli perché la proposta divenga legge dello Stato: tocca alle forze politiche presenti all'interno della VII Commissione condurre in porto, nel più breve tempo possibile questo importante progetto."
 
Due visioni ancora non collimanti che acuivano il patema amministrativo stazzemese pro tempore di non vedere approvato il Parco della Pace e conseguentemente sfumare il collegamento viario Farnocchia-Sant'Anna di Stazzema che pareva cosa fatta. La lettera del Rabbino capo di Roma, Elio Toaff, che il 3 marzo 1990 scrisse al sindaco Conti informandolo sull'indifferenza manifestata da importanti uomini politici alla sollecitazione che aveva fatto personalmente per istituire al più presto il Parco della Pace, spense definitivamente la fiammella che aveva tenuta accesa l'illusione che la legge potesse essere approvata prima delle elezioni comunali che si sarebbero tenute nella tarda primavera del 1990.
 
Si scoprì che il collegamento viario Farnocchia-Sant'Anna fu lo scoglio economico contro cui naufragò l'approvazione di quell'idea di Parco della Pace.
 
Negli anni a seguire tuttavia si comprese che la mancata approvazione non fu solo per una mera scelta economica. A pesare sulla mancata approvazione del Parlamento italiano furono anche posizioni ideologiche che alla fine degli anni '80 non erano pronte a recepire nei crimini contro l'umanità le vittime delle foibe e quelle di Hiroshima, martiri che quell'idea di Parco della Pace avrebbe invece onorato. (Continua)
 
Giuseppe Vezzoni, responsabile di Libera Cronaca
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