Stazzema. Sabato 1 novembre, la storica bottega/bar Gamba sulla piazza che confina col prato della memoria della chiesa di Sant'Anna di Stazzema taglierà il traguardo dei 60 anni di attività. Una storia di accoglienza che stanno continuando a portare avanti verso altri traguardi temporali la signora Carla Gamba e i figli Serena e Giacomo Razzuoli. Un esercizio commerciale da cui non può prescindere la quotidianità del paese, che eroicamente rinacque dopo l'eccidio e che a tutt'oggi resiste, ma neanche la memoria di un crimine contro l'umanità, poiché la bottega ne è stata testimone. Nella bottega Gamba si può gustare un caffè, la focaccia ripiena con buoni salumi e formaggi, un aperitivo, un gelato, una bella e ricca merenda, ma soprattutto i visitatori del Parco nazionale della Pace possono trovare delle risposte su quanto accadde ottantuno anni or sono. Il che non è poco. Il testimone di questo tramandare la memoria lo sta serrando sempre più fra le mani Serena, la figlia maggiore della signora Carla, che cura il bar e trattiene gli ospiti. La signora Carla e il figlio Giacomo, che attualmente sta facendo anche l'esperienza come consigliere comunale, amano anche curare il terreno di Coletti, la raccolta dei funghi e delle castagne nei momenti in cui la bottega lo consente. Di questo amore per la terra e i frutti che dà per merito di una passione immediatamente percepita e come tale da invidiare, se ne ha spesso coscienza entrando dalla piccola porta dell'esercizio, dove spesso si può trovare la signora Carla presso il tavolinetto alla finestra a fare i "compiti a casa" che si porta dietro dal terreno di Coletti: sgranare i fagioli, anche quelli buonissimi che dà un seme antico che si coltiva a Sant'Anna e di cui non si conosce il nome, spippolare il granturco, e stenderlo al sole nella piazzetta, aprire e fare a pezzi le splendide zucche alimentari, alcune- come in questo momento dell'anno- in bella mostra nel piccolo spazio per quanto sono belle come "arredo", unitamente a quella spettacolarmente più cresciuta che è esposta a significare l'annata. S' avverte subito d'esserci introdotti in un luogo in cui l'oggi non ha diseredato l' appartenenza profonda a quel "si facea 'na volta" in cui ci si rinviene immediatamente. È il saluto del divenire della vita che rinfranca nel riceverlo in un posto in cui ottantuno anni fa imperversò la falce della morte. Fra quelle mura si respira un'aria d'accoglienza famigliare che sgrava di dosso la cappa dello sgomento che è Sant'Anna quando la si visita durante quei momenti in cui il paese torna a isolarsi nel silenzio che lo circonda. Sono i frangenti in cui si può tentare di indagare meglio nell'orrore perpetrato e trarre il rafforzamento dell'idea che le guide furono criminali come gli aguzzini: senza di loro non ci sarebbe stato l'eccidio, senza la guerra civile non ci sarebbe stato quell'odio allucinato che portò ad ammazzare centinaia di persone e non fermò la mano assassina davanti a vecchi, donne e bambini. Anche l'esercente del tempo in cui imperò la morte, Pieri Sofia, proprietaria di quel grammofono da cui si diffuse la musica di una festa sotto le stelle che spense sulla piazza della chiesa le voci e l'allegria di abitanti e di sfollati solo poche ore prima che si scatenasse l'inferno, solo poche ore dopo che erano terminati le ruzze e i girotondi dei bambini sul prato.
La bottega Gamba stempera l'oppressione dei pensieri con quella ruga non nascosta del tempo che supera ogni avversità e in cui l'avventore sui sentieri della storia o del turismo ambientale si trova immerso e che - grazie a dio - la modernità "ialuronica" non ha avuto modo di agire per spianare questa crespa di vita che ha resistito alla morte.
Ho chiesto, appunto a Serena, la figlia maggiore della signora Carla, di storicizzare i sessant'anni di un esercizio commerciale inglobato nella memoria del paese, tanto da esserne divenuto punto di riferimento imprescindibile. La bottega Gamba è l'ossigeno necessario dopo apnea di chi vaga tra le borgate di Sant'Anna di Stazzema e sale all'Ossario, lassù a Col di Cava, dove si conservano i resti di uno sterminio inaudito nella cornice straordinaria di una vista liberatoria, contesa dallo splendore del mare e dalle verdeggianti ardite montagne. Un luogo di monito della memoria nazionale, ma, soprattutto, dopo la vertigine del male, posto in cui torna a respirare lo spirito e a credere che la speranza di un mai più possa davvero sopravvivere nella coscienza umana , anche se oggi pare brutalmente contraddetto.
" La bottega prima della guerra qui a Sant'Anna- informa Serena_ era sempre sulla piazza della chiesa e la gestivano Pieri Sofia e il marito Farnocchi Abramo, che erano i nonni di Gamba Carlo, mio nonno materno. Pieri Sofia la mattina del 12 agosto 1944 fu prelevata dai tedeschi direttamente all'interno del suo negozio, e poi fu letteralmente trascinata sulla piazza della chiesa poiché, essendo robusta, camminava piano secondo loro lentamente e sulla piazza della chiesa fu mitragliata e bruciata.
Serena, ma dal 12 agosto 1944 al 1 novembre del 1965, a Sant'Anna è mancata una bottega di alimentari per undici anni ?
" No, solo per qualche anno il paese rimase senza nessuna attività. Qui la casa fu bruciata e conseguentemente terminò anche l'attività commerciale. Dopo un certo periodo, non saprei adesso quantificarlo, la signora Maria Bresciani- moglie del fu superstite Angiolo Berretti- e la sua famiglia aprirono una nuova bottega nella borgata Il Pero, poco sopra la piazza della chiesa. Non mi ricordo quando la signora Maria e famiglia conclusero l'attività ma so invece con certezza che il primo giorno di novembre del 1965 i miei nonni, Pieri Bianca e Gamba Carlo, riaprirono la nuova bottega e a tutt'oggi la figlia - mia mamma Carla – e noi nipoti siamo ancora qui a tenerla aperta. Domani saranno sessanta anni esatti."
Alla signora Carla e ai figli Serena e Iacopo le felicitazioni di Libera Cronaca per il prestigioso traguardo che sarà tagliato domani - peraltro conseguito in un territorio in cui quasi tutte le storiche botteghe frazionali hanno chiuso da tempo i battenti- con in più l'aggiunta dell'augurio che la bottega Gamba di Sant'Anna di Stazzema possa continuare a restare aperta a lungo per fornire il suo quasi "istituzionale" apporto finalizzato all'accoglienza dei visitatori del Parco nazionale della Pace, degli escursionisti ambientali richiamati dalla bellezza naturale dei luoghi e dalla storia mineraria della Versilia e dei tanti ciclisti che si cimentano su una salita tra le più dure del territorio versiliese..
Giuseppe Vezzoni, responsabile di Libera Cronaca
NB: Le foto sono state direttamente concesse dalla signora Carla Gamba e figli a corredo dell'artico.