Adesso si comincia a comprendere che cosa può essere accaduto ieri notte nel tratto ferroviario tra Montignoso e Massa dove, nella scarpata che fiancheggia i binari, è stato ritrovato da un macchinista il cadavere di Claudio Vita, 31 anni, imprenditore e titolare del Vintage Cafè Cinquale.
L'uomo è stato trovato verso le 6 di mattina con una ferita alla regione occipitale del capo. Sul posto subito gli agenti della polizia ferroviaria e i carabinieri della stazione di Montignoso unitamente ai colleghi della compagnia di Massa.
A distanza di oltre 24 ore dal ritrovamento, gli investigatori hanno ricostruito le ultime ore della vittima. Tutto avrebbe origine da un furto avvenuto all'interno del caffè del Cinquale di proprietà di Vita. Durante la serata precedente la morte, due ragazzi che, secondo gli accertamenti, risiedevano presso un bed&breakfast vicino al bar, erano scesi per acquistare qualcosa da mangiare. Fatto sta che, quando se ne sono andati, Claudio Vita si è accorto che gli mancava qualcosa.
I suoi familiari, interrogati dai carabinieri, avrebbero detto che era sparito il suo borsello contenente 5 mila euro in contanti. A quel punto Vita, convinto che a commettere il furto non potevano essere stati che i due ragazzi di Prato, è corso verso la stazione ferroviaria dove la coppia di fuggiaschi si sarebbe recata per prendere il treno e tornare a casa.
E' qui che si compie il dramma. Secondo una prima, sommaria ricostruzione dell'episodio, i due ladruncoli salgono su un treno merci che si trova in una zona periferica. Ad inseguirli il giovane proprietario del locale del Cinquale. Il treno è in movimento, i due sono già saliti mentre l'inseguitore, appunto Claudio Vita, cerca di afferrare l'ultimo vagone e salirci sopra, ma, probabilmente anche per via di un braccio non completamente in grado di funzionare per un problema fisico di qualche tempo fa, scivola e cade nel fossato battendo la testa e morendo sul colpo.
I due proseguono la corsa e, più tardi, raggiungono Prato e la propria abitazione dove, tuttavia, vengono individuati dai carabinieri che li portano in caserma e li ascoltano. Non ci sono, a quanto pare, elementi sufficienti per far scattare un qualsivoglia provvedimento cautelare perché l'ipotesi dell'omicidio non regge. Per cui entrambi sono stati rilasciati in attesa di nuovi eventuali sviluppi. Di sicuro non è stato trovato il borsello con i soldi.
Una domanda, tuttavia, sorge spontanea: perché Vita, scoperto di essere stato derubato, invece di inseguire i due ladri-avventori non ha chiamato i carabinieri o la polizia?