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Scritto da Redazione
Cronaca
20 Settembre 2025

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Professionisti dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Careggi e dell’ospedale Versilia (Azienda USL Toscana nord ovest) sono stati invitati a parlare di un loro innovativo studio sulla vertigine al congresso internazionale HENNIG, che si è svolto da venerdì 18 settembre ad oggi (20 settembre) ad Amburgo, in Germania. All’importante dibattito scientifico tra esperti di tutto il mondo ha infatti preso parte, su richiesta degli organizzatori, il Gruppo italiano “STANDING”, formato appunto da tutti operatori del Sistema sanitario toscano, “l’Approccio STANDING per la gestione della vertigine acuta nel Dipartimento di Emergenza”, con una sessione teorica e una di simulazione pratica. Si tratta di una significativa innovazione nell’ambito del percorso nella vertigine acuta, già validato da un consenso italiano di tutti gli specialisti del settore (SIMEU - VIS), che ha il merito di ridurre la permanenza nel Pronto soccorso (il tempo “inutile” che non è parte della diagnosi e della cura), di assicurare l'appropriatezza degli esami eseguiti (la Tac della testa non è sempre indicata) e l’affidamento diretto agli specialisti del settore.La partecipazione dei gruppo toscano all'evento di Amburgo fa seguito allo studio pubblicato in questo 2025 su “PubMed” dal titolo “Diagnostic accuracy of the STANDING algorithm in patients with isolated vertigo: a multicentre prospective study (STANDING-M)” a firma di Mattia Ronchetti, Paola Bartalucci, Giuseppe Pepe, Giulia Canaroli, Simone Magazzini, Ersilia De Curtis, Federico Di Sacco, Maurizio Bartolucci, Rudi Pecci, Claudia Casula, Lorenzo Pelagatti, Ginevra Fabiani, Andrea Pavellini, Cosimo Caviglioli, Peiman Nazerian, Paolo Vannucchi e Simone Vanni. La ricerca è stata portata avanti nell’ambito della SIMEU, Società Italiana di Medicina d’Emergenza Urgenza. In particolare al congresso in Germania erano presenti Giuseppe Pepe, Simone Vanni, Paolo Vannucchi, Rudi Pecci e Andrea Pavellini.

“Vi sarà capitato - evidenzia il direttore del Pronto soccorso dell’ospedale Versilia e presidente regionale della SIMEU Giuseppe Pepe - di svegliarvi con un capogiro o di aver un parente che per una vertigine improvvisa è stato condotto in PS, magari anche in ambulanza. Un problema davvero noioso che impegna duramente non soltanto chi ne viene colpito. La vertigine in Pronto soccorso è difficile da gestire perché molto spesso nonostante l’impegno di risorse, esami e di tanti altri specialisti, quel disturbo rimane senza una risposta chiara e definitiva. Non per incapacità dei medici ma per la oggettiva difficoltà di inquadramento di quel problema, che nel tempo si risolverà essendo nella maggioranza dei casi di origine benigna.Assodato che la Tac del cervello non serve in ogni caso e soprattutto non risolve il disturbo perché non cura la malattia in sé, talora rimanere a lungo (anche 48 ore) in Pronto soccorso non è una scelta incurante dell’ospedale ma una necessità clinica per definirne la evoluzione.metodo giusto per gestire la vertigine acuta non è ancora prassi consolidata negli ospedali italiani e a livello internazionale la discussione tra specialisti è ancora molto aperta”.“All’evento scientifico internazionale di Amburgo, con gli altri colleghi toscani della Chirurgia d’urgenza - evidenzia ancora Pepe - abbiamo illustrato questo studio, che può quindi aiutare a ridurre la permanenza di questi pazienti in PS e a migliorare il percorso ospedaliero.E’ un approccio sicuramente multi professionale che focalizza in Pronto soccorso il tempo e le risorse necessarie, per un disturbo che più che di una complessa strumentazione diagnostica ha bisogno di tempo e concentrazione.Il livello del dibattito è stato elevato, al pari del valore e dell’apprezzamento per questa metodologia di approccio, che rappresenta un’ulteriore conferma del valore del sistema sanitario pubblico, in questo caso della regione Toscana, che è indiscutibilmente elevato, oltre che gratuito”.

In foto le immagini dell’esterno del Centro congressi tedesco e di alcuni relatori tra cui il dottor Pepe.

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