Riceviamo e pubblichiamo il comunicato diffuso dal Fronte del Dissenso Toscana sezione di Lucca.
"Di fronte alle responsabilità c’è chi le affronta e c’è chi scappa. Eugenio Giani, uno dei fautori della svendita del Monte Altissimo alla società privata Henraux, appartiene alla seconda categoria. Insieme a lui, che della stessa pasta son fatti, il candidato presidente del centrodestra Alessandro Tomasi.
Sabato scorso, presso il Palazzo della Provincia di Lucca, diverse associazioni ambientaliste avevano organizzato un incontro sul futuro delle Alpi Apuane con i tre candidati alla presidenza della Regione Toscana. Un’ottima occasione, sicuramente la più importante di questa campagna elettorale, per parlare dei tanti problemi ambientali legati all’estrazione del marmo. Ma giunti al momento del confronto solo la candidata di “Toscana Rossa”, Antonella Bundu, si è presentata.
Giani e Tomasi, evidentemente in difficoltà sul tema, hanno invece deciso la fuga. Un comportamento indecoroso che si commenta da solo, assunto anche - con la solita scusa dell’ultimo minuto - dal presidente della Provincia Marcello Pierucci.
Ma è l’assenza di Giani quella più pesante. Egli non è solo un candidato. E’ invece il presidente uscente, il responsabile della linea favorevole all’escavazione selvaggia tenuta dalla Regione negli ultimi 5 anni. Giani è anche il presenzialista assoluto, l’uomo dei mille nastri tagliati con annesso rinfresco. Ma evidentemente i pasticcini gli vanno bene, il confronto con chi la pensa diversamente no.
Adesso, visto che l’ha fatta troppo grossa, qualcuno della sua coalizione prenderà timidamente le distanze dal loro candidato presidente. Ci dispiace, ma è troppo tardi e troppo poco. Chi sta con Giani non merita nessuna fiducia. Di sicuro non la nostra".
Fronte del Dissenso Toscana