Da parte del CIPIT-Seravezza - Comitato Indipendente per la Trasparenza, l’Informazione e la Partecipazione - arriva una nuova allerta ai consiglieri comunali di Seravezza. Il 30 ottobre saranno chiamati ad avvallare la posizione dell’Amministrazione su Retro Altissimo. “Che si pone in contrasto con le obiezioni e i dinieghi espressi dai competenti uffici regionali” sostiene il Coordinatore del gruppo Rosario Brillante.
“Si tratta di un vero e proprio braccio di ferro tra Comune e Regione; un rilancio, rispetto all’esito della Conferenza di Servizi del 12 giugno 2025 che ha letteralmente fatto a pezzi, per la seconda volta, quel progetto costato alle casse comunali €36.000, e presentato nel 2024 come un piano estrattivo modello rispettoso dell’ambiente. Ora lo scopo dell’Amministrazione Alessandrini è quello di piegare la normativa assoggettandola alla volontà di aprire più cave possibili sul Monte Altissimo. Il Piano – precisa il Comitato - è stato definito negli atti “a vocazione espressamente estrattiva” altro che recupero ambientale; ma cosa grave – sostiene Brillante – è la mancata predisposizione da parte del Parco delle Alpi Apuane della Valutazione d’incidenza, come si legge nei documenti ufficiali. Se confermata l’assenza di questo pronunciamento da parte del Parco, che serve a valutare le potenziali incidenze negative di attività che possono compromettere la conservazione degli habitat e delle specie protette presenti nell'area, ci troveremmo di fronte alla espressa rinuncia dell’Ente a svolgere la propria funzione statutaria di tutela ambientale a favore dell’ossequio alla esclusiva volontà dei Sindaci di aprire cave su cave”.
E di cave il Comune è deciso ad aprirne ben 8 nel Canale delle Gobbie: “7 delle quali inattive da tempo inattive, e pure rinaturalizzate, come alcuni vecchi ravaneti, con un recupero spontaneo del degrado dovuto alle pregresse attività estrattive: quindi non riattivabili in nessun modo. L’area inoltre è caratterizzata, si legge nei documenti, da una viabilità insufficiente non ampliabile con esplosivi come previsto dal piano, e da un rilevante sistema di grotte carsiche, protette e con le quali è proibito interferire. Dalle quali l’acqua arriva fino alla fornitura idrica della sorgente di Renara a Carrara. Infine gli interventi idraulici sul reticolo del Canale delle Gobbie oltre a non essere di pertinenza di un PABE, comporterebbero lo svuotamento dei corpi d’acqua con specie acquatiche che si sono creati in corrispondenza dei vecchi piazzali di cava”. Brillante denuncia quello che definisce un flop in ogni direzione "del quale si è reso primo responsabile l’assessore Silicani”.
Il Presidente del Cipit-Seravezza ricorda infine che l’associazione aveva già a suo tempo informato tutti i consiglieri sulla impraticabilità del progetto ma senza ricevere riscontro. ”Solo la consigliera indipendente Francesca Bonin votò contro dichiarando che quel progetto non la convinceva”.
Nota. Cipit-Seravezza ha integrato il testo del comunicato col seguente schema esplicativo tratto dalla documentazione PABE Canale delle Gobbie ufficiale e disponibile sul sito del Comune di Seravezza:
* estratto da fascicolo : Cava Rigo 2 - non esiste ma si tratterebbe di un saggio di cava risalente agli anni ‘50/’60, emerso a seguito della rimozione dei ravaneti. Si tratterebbe quindi di aprire una nuova cava in contrasto con PIT/PPR
Cava Rigo 3- non esiste come la Rigo 2, consisterebbe in un saggio di cava, risalente agli anni 50 emerso a seguito della rimozione dei ravaneti.
Cava Conca Castellina - l’attività estrattiva sembra si sia stata interrotta a metà degli anni 90 ma non si richiama nessun titolo autorizzativo che possa attestarlo
Cava Piastraio - sembrerebbe attività estrattiva interrotta alla fine degli anni 90. Il comune descrive una pregressa attività in sotterraneo che non risulta in nessuna cartografia
Cava Piastraio Castellaccio - non risulta in attività in base a recenti norme che regolano l’estrazione: le ultime escavazioni risalirebbero a metà degli anni 90 ma non risulta titolo autorizzativo.
Cava Castellaccio -lo stesso Comune scrive : “ Il sito è dismesso e presenta le caratteristiche di una cava rinaturalizzata con presenza delle specie indicatrici della tipologia vegetazionale originaria. Analogamente è da considerare rinaturalizzato anche il ravaneto presente sotto la vecchia cava”. Non è riattivabile in alcun modo.
Cava Campo all’Orzo - la cava e raggiungibile da una viabilità di accesso presente all’interno del Bacino. La nuova viabilità proposta è esterna al Bacino Estrattivo ed ubicata in zona Parco e pertanto non può essere oggetto del PABE. Non può essere sviluppata perché comporterebbe un aggravio paesaggistico di aree vergini.
Seravezza, 27.10.2025 C.I.P.I.T. – Seravezza Il Presidente- Rosario Brillante








