Non nascondiamoci dietro a un dito: c'è un senso di colpa malcelato che aleggia, ancora oggi, nello show business nei confronti di quella che, da più parti e a più riprese, viene ritenuta una delle migliori, se non addirittura la migliore interprete femminile della musica italiana: Mia Martini.
Sintomatico, a tal proposito, il nobile 'mea culpa' che Claudio Sottili, il noto conduttore, si è sentito in dovere di fare ieri sera, sul palco di "Lido Show" - la rassegna sul lungomare organizzata dall’associazione balneari in collaborazione con il comune di Camaiore - in apertura della serata-tributo "Sempre Mia": "C'era questa leggenda - ha raccontato il presentatore -, che circolava soprattutto tra gli addetti ai lavori, per cui si diceva che Mimì portasse sfortuna. Io, all'epoca, conducevo un programma su Rai Radio 2 che andava in onda, dopo il GR, il mercoledì e il venerdì. Era il 1977. Il programma chiamava "Anteprima Disco - Novità discografiche italiane". Ebbene, in quella circostanza, il programmatore mi annunciò che dovevamo avere ospite Mia Martini, ma che non l'avremmo chiamata perché il giorno prima, durante la sua partecipazione a "Canzonissima" su Rai 1, era cascato un faro mentre cantava. Vi rendete conto fino a che punto eravamo arrivati? Allucinante".
Un aneddoto che la dice lunga sul debito che il mondo dello spettacolo ha verso questa immensa artista, amatissima dal pubblico, ingiustamente ostracizzata in vita e, solo dopo la sua prematura scomparsa, ricordata per quello che, effettivamente, è stata: un'eccellenza del panorama musicale italiano, ma si potrebbe anche azzardare europeo ed internazionale.
Ha ragione l'amica Gianna Albini, moglie del compianto maestro Giancarlo Bigazzi, a dire che "voci come quella di Mimì non se ne sentono più in giro". Lei, la 'rossa' della Versilia, oggi si gode il meritato buen retiro, dopo una vita intensa e felice a fianco di un uomo che ha amato e che ha scritto la storia della canzone italiana, proprio a Lido di Camaiore, con vista su quel parco Bussoladomani - non solo teatro di memorabili concerti (in passato, come oggi) di artisti famosi in tutto il mondo, ma anche luogo di culto nel quale è collocata una statua in ricordo del marito che ebbe, proprio per Mimì, una speciale predilezione.
"Mimì è stata, per me, una grande amica - ha dichiarato Gianna -. Ha lasciato un vuoto incolmabile. Difficile parlare di lei per chi, come me, ha avuto il piacere di ospitarla in casa, sulle colline di Firenze, per quasi cinque anni, diventando, in pratica, una di famiglia. Fu proprio Mia a chiedere di conoscere Giancarlo, mio marito. Dopo un contatto telefonico, i due si incontrarono e lei gli disse di aver bisogno di lui, che aveva venduto milioni di dischi nel mondo, perché era una 'cantante di nicchia' per i discografici. Giancarlo non aveva mai lavorato con Mia. Fissarono un giorno, nel lontano novembre del 1990, e Mimì arrivò, in serata, suonando il campanello. Io aprìi il cancello, lei arrivò con la sua macchina. A distanza di 100 metri, nella penombra, vidi questa piccola donna con un cappello e un soprabito nero. Ci presentammo e ci abbracciammo forte. Lei mi aveva, gentilmente, portato un mazzo di rose rosse. Ero davvero emozionata".
La serata è stata così: un aneddoto dopo l'altro. Dall'intervento del viareggino Giorgio Dolce, primo chitarrista di Mia Martini, che, negli anni '60, faceva parte di un gruppo, "I posteri", poi diventato "La macchina"; al contributo musicale, in salsa brasiliana, della guest star sudamericana Tom Ramos, grande artista ed estimatore di Mimì. Su tutti, però, ha spiccato la voce, superba, della cantante peruviana Marianna Valloggia, degna interprete del - difficile - repertorio martiniano. Presente, tra il pubblico, anche Giovanni Bigazzi, figlio di Giancarlo e Gianna, produttore discografico ed abile fotografo.
Ma cosa c'entra Mia Martini con la Versilia? Lo ha spiegato il giornalista e scrittore napoletano Ciro Castaldo, autore di due bellissimi libri, editi entrambi da Melagrana, dal titolo "Martini Cocktail" e "Giancarlo Bigazzi, l'artigiano della canzone", presentato per l'occasione, da Claudio Sottili, come "il professor Ciro" sia per la professione che esercita nella vita (è docente liceale di matematica e fisica) sia per la sconfinata conoscenza della produzione artistica di Mia Martini dovuta, principalmente, ad un'altrettanto viscerale passione che, da sempre, nutre verso questa straordinaria artista. "Mimì - ha ricordato lo storico -, pur essendo originaria di Bagnara Calabra, è in realtà molto legata al territorio versiliese. Nel 1971 vinse il primo Festival Pop con il brano “Padre davvero” e diede inizio alla carriera professionistica con il nuovo nome d’arte Mia Martini (prima era Mimì Berté) per poi proseguire con storiche serate al Piper e alla Bussola di Focette. Nell’album “Lacrime”, c'è un bellissimo brano appositamente ispirato a questo posto che si intitola, appunto, “Versilia”.
Da qui la proposta lanciata da Ciro Castaldo sul palco del pontile: “Perché non intitolare proprio a Mia Martini il piazzale davanti al Piper 2000?" L'idea è stata accolta con calore dai numerosi spettatori presenti. E, forse, sarebbe un atto dovuto verso questa personalità che, con il suo incommensurabile talento e il suo ipnotico carisma, ha contribuito, in modo determinante, a scrivere un capitolo di storia di questa terra che non ha smesso mai di ricordarla e di amarla.
La Versilia tributa Mia Martini: "Perché non intitolare a lei il piazzale davanti al Piper?"
Scritto da andrea cosimini
Camaiore
13 Luglio 2024
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