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Scritto da Redazione
Cronaca
22 Luglio 2022

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Si è conclusa la seconda tranche di una complessa e articolata indagine scaturita dal sequestro di alcuni certificati medici falsi, apparentemente rilasciati dalle commissioni mediche provinciali, che venivano utilizzati per il rilascio di patente di guida a soggetti che non potevano ottenerne l’ordinario conseguimento o rinnovo poiché nella maggior parte dei casi erano stati colti alla guida in stato di ebbrezza o erano stati segnalati come assuntori di sostanze stupefacenti.

Era il 2019 quando la polizia stradale di Lucca, nel ricevere una segnalazione anomala, avviava una complessa attività investigativa che svelava un sistema nel quale gli interessati che erano stati giudicati non idonei dalla commissione medica o comunque che erano certi di non superare la visita, si rivolgevano a un soggetto che gli forniva, in cambio di denaro, il certificato desiderato (ovviamente falso) e a quel punto, presentando il documento, apparentemente autentico, presso la Motorizzazione, ottenevano il titolo abilitativo alla guida.

Le indagini consentivano di delineare i contorni di quello che stava diventando un “fenomeno” diffuso sia nella provincia di Lucca, sia in altre provincie limitrofe come Livorno, Pisa, Firenze e La Spezia in un periodo compreso tra il 2016 ed il 2019.

Grazie a questa procedura la “mente” del sistema, un quarantacinquenne del comune di Massarosa, aveva individuato una “falla” attraverso la quale si insinuava l’attività illecita portata alla luce dall’indagine in questione.

Dopo circa un anno e mezzo di indagini sotto l’egida della autorità giudiziaria diretta dal sostituto Procuratore A. Mariotti sono state condannate 31 persone, mentre altre quattro sono state rinviate al rito ordinario. A seguito di questo primo filone, sulla stessa scia ne è seguito un altro che ha portato, quest’anno, all’individuazione di ulteriori 29 indagati e si è potuto accertare che qualcuno di questi ha utilizzato la stessa tecnica più volte nel corso del tempo.

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