Intervista ad Andrea Giannecchini, Presidente del Distretto Tecnologico della Nautica e Portualità Toscana
Presidente, siamo alle porte dei prossimi saloni nautici internazionali – da Cannes passando per Genova, fino a Montecarlo e Amsterdam – che rappresentano un termometro importante per il settore. Qual è lo stato di salute della nautica oggi?
Il settore nautico italiano, e in particolare quello toscano, arriva a questi appuntamenti in una posizione di grande rilievo. Dopo anni di crescita a due cifre, oggi registriamo – secondo i dati diffusi da alcune agenzie – una flessione di circa il 5% rispetto all’anno nautico 2024-2025. Se confermato, è un dato da osservare con attenzione, ma non allarmante: il calo riguarda soprattutto le imbarcazioni di piccole dimensioni, mentre il comparto dei grandi yacht continua a trainare il mercato mondiale, e noi come distretto toscano siamo specializzati proprio in questo segmento. L’incertezza globale, legata alle tensioni geopolitiche e alle politiche doganali, ha inevitabilmente qualche effetto sui mercati, soprattutto finanziari. I dazi americani hanno un impatto marginale, poiché la quota di imbarcazioni con bandiera statunitense è limitata. Più significativo potrebbe essere l’effetto sul settore accessori e post-vendita, ma è ancora presto per valutarne la reale portata. In ogni caso, questi saloni saranno una cartina di tornasole per capire come le dinamiche internazionali impattano sul nostro settore e quali opportunità si aprono.
Il segmento dei superyacht sopra i 50 metri sembra resistere bene, anzi traina il mercato. Che prospettive si aprono per questo comparto di eccellenza, in cui la Toscana ha un ruolo globale di primo piano?
Esatto. La Toscana è leader mondiale nella costruzione di yacht dai 30 ai 70 metri, con una quota che arriva al 30% della produzione globale. Se consideriamo che il segmento sopra i 50 metri rappresenta oggi il 60% del valore economico del mercato mondiale della nautica, la nostra posizione è indubbiamente di leadership. Le prospettive sono positive: i clienti cercano sempre più soluzioni sostenibili, tecnologie innovative e servizi esclusivi. I nostri cantieri hanno saputo unire artigianato di altissimo livello, innovazione tecnologica e una capacità di personalizzazione unica. Il Distretto Nautico Toscano ha tutte le carte in regola per continuare a dettare lo standard internazionale.
Si parla spesso della forza del distretto nautico toscano. Qual è il segreto di questo successo e quali sfide si pongono per il futuro?
Oltre 40 cantieri, 5.000 imprese, 22.000 addetti, il 30% della produzione mondiale di yacht sopra i 24 metri: se questa non è forza, cos’altro lo è? Il segreto sta nella combinazione di eccellenza artigianale e capacità industriale. Qui convivono oltre 70 mestieri artigiani, micro e piccole imprese, insieme a grandi cantieri e un sistema portuale moderno. È un ecosistema unico, che unisce know-how, innovazione e una rete di relazioni istituzionali e industriali. Guardando al futuro, le sfide riguardano soprattutto l’innovazione e il trasferimento tecnologico, la transizione ecologica e la digitalizzazione delle filiere, la formazione delle competenze, l’adeguamento delle infrastrutture portuali, la promozione sul territorio e all’estero, oltre alle sinergie con altri settori dell’economia regionale.
Sfide di cui avete discusso all’interno del Comitato di Distretto e che sono al centro delle linee guida del programma di mandato. Può entrare nel dettaglio di alcuni di essi?
Innovazione, digitalizzazione e sostenibilità sono i driver più importanti delle trasformazioni in atto. Il nostro obiettivo è accompagnare il settore, e soprattutto le piccole e medie imprese, in questo cambiamento epocale. Lo faremo con progetti avanzati come il Distretto Nautico Digitale e condividendo strumenti innovativi come l’intelligenza artificiale e la potenza digitale per il networking. Parallelamente, promuoveremo l’adozione di materiali green, certificazioni ambientali e nuove tecnologie produttive. Le PMI sono l’architrave del nostro modello produttivo e oggi necessitano più che mai di supporto e formazione mirata, per accedere a strumenti che da sole difficilmente potrebbero implementare.
Ha parlato di formazione, quali sono le criticità?
Negli ultimi anni la produzione è cresciuta molto. Questo processo di crescita ha evidenziato come sia difficile reperire le competenze richieste, sia sul fronte della formazione tradizionale che su quello avanzato. Abbiamo quindi lanciato l’idea di una Academy Nautica, che nasca dalla collaborazione tra ITS ISYL Academy, università, imprese del territorio e organizzazioni di categoria. L’obiettivo è formare progettisti, tecnici e artigiani altamente qualificati che rispondano direttamente alla domanda del mercato.
Parlando di infrastrutture e portualità: quali sono i progetti più urgenti e come cambieranno la competitività della Toscana come hub nautico europeo?
Procedere verso una rete portuale integrata è prioritario. Significa investire su tutte le infrastrutture portuali turistiche toscane, potenziare porti strategici come Carrara, Livorno e Piombino, sviluppare servizi avanzati per yacht e superyacht, rafforzare la logistica e implementare sistemi digitali di gestione portuale. La Toscana deve diventare un hub nautico europeo, capace di attrarre turisti e investitori, integrando portualità, cantieristica e blue economy.
L’internazionalizzazione è al centro della vostra strategia. Quanto è importante esportare competenze e know-how del modello toscano?
È fondamentale. Con la “Yachting Destination” stiamo lavorando, ad esempio, allo sviluppo di rapporti con altri luoghi strategici del Mediterraneo per ampliare ed esportare il modello toscano. Questo significa valorizzare il nostro know-how e aprire nuove opportunità per le imprese locali, sia in termini di commesse che di partnership internazionali. Una vera e propria forma di diplomazia economica che rafforza la Toscana come hub globale.
Oltre ai grandi eventi internazionali, puntate anche su iniziative locali. Che valore hanno per la promozione del brand “Nautica Toscana”?
Iniziative consolidate come la Settimana della Nautica Toscana sono fondamentali per rafforzare il senso di appartenenza e costruire un’identità forte. Non basta partecipare ai grandi saloni internazionali: serve anche valorizzare il territorio e aprire il settore al pubblico sempre più attento. Questi eventi permettono di raccontare il lavoro delle nostre imprese, promuoverle e attrarre nuove opportunità di lavoro sul nostro territorio. Un’idea che stiamo valutando è la realizzazione di un nuovo salone specializzato a Viareggio dedicato al “green nautico”, per fare della Toscana un laboratorio di innovazione ecologica a livello mondiale.
Il rapporto con altri settori – turismo, enogastronomia, artigianato – è parte integrante della vostra visione. In che modo la nautica può diventare motore di sviluppo trasversale per la Toscana?
Un armatore che sceglie la Toscana non trova solo un cantiere eccellente, ma anche un territorio unico per cultura, vino, cucina, artigianato. Occorre creare un’offerta integrata che valorizzi itinerari nautici e turismo esperienziale. La nautica può così diventare un moltiplicatore per tutta l’economia regionale, generando ricadute diffuse.
Come vede il futuro del distretto nei prossimi 5-10 anni? Quali sono le ambizioni più alte da raggiungere?
Vedo un distretto più integrato, digitale e sostenibile. L’ambizione è consolidare la leadership mondiale nella costruzione di yacht di lusso e diventare un modello di riferimento internazionale per innovazione e transizione verde. La sfida sarà attrarre talenti, investimenti e creare un ecosistema capace di generare valore diffuso, ben oltre la cantieristica.
Infine, un messaggio che porterà nei prossimi saloni nautici: qual è l’immagine che la Toscana deve dare al mondo?
La Toscana, con Viareggio al suo centro, deve presentarsi come la capitale mondiale della nautica di lusso e sostenibile. Un luogo dove innovazione, tradizione e bellezza convivono. Vogliamo dire al mondo che qui si costruiscono non solo yacht straordinari, ma anche un futuro fatto di sostenibilità, tecnologia e cultura.
Il Distretto nautica e portualità toscana nato in seno alla Regione Toscana e il cui soggetto gestore è Navigo - ha come mission quello di rafforzare un modello di eccellenza internazionale, capace di integrare innovazione, sostenibilità e artigianalità attraverso un sistema di collaborazione strutturata tra imprese, istituzioni, centri di ricerca e altri settori strategici del territorio.
La sinergia tra nautica, turismo, manifattura e tecnologia non solo aumenta la competitività del distretto, ma crea un ecosistema coeso in grado di attrarre investimenti, talenti e nuove opportunità di crescita.
Lavorando insieme, il distretto si posiziona come un riferimento globale per la nautica del futuro, valorizzando l’identità toscana e generando sviluppo economico sostenibile.
Il Comitato di Indirizzo del Distretto ha il compito di definire le linee guida e supervisionare le attività strategiche, assicurando che il Distretto continui a essere un punto di riferimento per l’intero settore.