A fronte dei dati emersi dai recenti Rapporti sulla Povertà e l'Inclusione Sociale in Toscana, Domenico Capezzoli, Presidente di Toscana 2030, lancia un forte appello per un'azione congiunta e strutturale contro l'ampliamento della fascia di persone in difficoltà economica: «I dati evidenziano un aumento delle richieste di aiuto e la preoccupante crescita dei "working poor" – persone che, pur lavorando, non riescono a garantirsi una vita dignitosa».
Domenico Capezzoli, Presidente di Toscana 2030: «La Toscana è una regione di eccellenza, ma non possiamo ignorare la realtà di una povertà che cambia volto, diventando più estesa e trasversale. I numeri non lasciano spazio a interpretazioni: l'incremento di persone che si rivolgono ai centri di ascolto, in particolare i "nuovi poveri" e i lavoratori a basso reddito, è il segnale che la crisi non è solo congiunturale, ma sta intaccando le fondamenta sociali ed economiche del nostro territorio. Il lavoro non è più, di per sé, un argine sufficiente contro il rischio di esclusione».
Capezzoli mette in evidenza i recenti studi che «sottolineano l'emergere di tendenze critiche che richiedono interventi mirati:
● Si registra un incremento delle persone che si rivolgono ai servizi di assistenza, spesso per la prima volta - i "nuovi poveri" -.
● Un dato estremamente critico è rappresentato dai "working poor", persone occupate, spesso con contratti precari o part-time involontari, il cui reddito non è sufficiente a coprire i bisogni essenziali del nucleo familiare.
● L'aumento dei prezzi, in particolare per i beni di prima necessità e l'energia, ha eroso il potere d'acquisto, spingendo le famiglie verso la riduzione dei consumi».
Le Proposte di Toscana 2030: Oltre l'Assistenzialismo.
«Toscana 2030 - scrive ancora Capezzoli - ritiene indispensabile superare un approccio puramente assistenziale e chiede l'istituzione di un "Patto Sociale Regionale contro la Povertà Strutturale", focalizzato su quattro pilastri strategici:
1 Sostegno al Lavoro Dignitoso: Promuovere accordi con le categorie economiche e sindacali per garantire salari più equi e percorsi di stabilizzazione lavorativa, in particolare per le fasce più fragili e per le donne.
2 Rafforzamento della Rete Sociale: Investire nelle strutture di supporto territoriali per intercettare i nuovi bisogni emergenti e potenziare i servizi socio-sanitari e abitativi.
3 Politiche Abitative e Energetiche: Interventi decisi per contrastare il caro affitti e l'emergenza energetica, che rappresentano tra i principali fattori di rischio di impoverimento per le famiglie a basso reddito.
4 Inclusione e Formazione: Ridisegnare le politiche attive del lavoro e l'offerta formativa per garantire che le competenze acquisite siano effettivamente spendibili e remunerative nel mercato toscano».
«La povertà in Toscana non è un numero, ma la storia di migliaia di famiglie e persone. Il nostro compito è trasformare questa consapevolezza in un'azione politica decisa e di lungo periodo. Chiediamo a tutti gli attori istituzionali e sociali di unirsi a noi in questo Patto per restituire dignità e futuro a ogni cittadino toscano», conclude Capezzoli.








