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Giovedì 20 Novembre 2025
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Scritto da Redazione
Cronaca
20 Novembre 2025

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In occasione della presentazione del Master Plan della via Vandelli, organizzata dal Parco delle Apuane a Castelnuovo Garfagnana, numerose organizzazioni ambientaliste hanno consegnato al Presidente Andrea Tagliasacchi la seguente lettera aperta. 
Relativamente al progetto della via Vandelli è stato invece espresso apprezzamento rivolgendo a tecnici e progettisti complimenti per il lavoro svolto.
"Egregio signor
Andrea Tagliasacchi
Presidente del Parco Regionale delle Alpi Apuane
spm
I recenti provvedimenti che hanno coinvolto l’Ente da Ella presieduto dimostrano in modo inequivocabile quanto la sua impostazione politica si stia rivelando non adatta a ricoprire il
ruolo di Presidente del Parco. 
Elenchiamo brevemente quelli in cui è stato protagonista:
- rilascio del nulla osta per i PABE dei bacini 9 e 11 (Valsora e Carchio-Capraia-Madielle) nel Comune di Massa peraltro denunciata dal Club Alpino Italiano: nonostante le osservazioni presentate e le stesse schede tecniche abbiano messo in evidenza come l'escavazione programmata di nuove cave e l'espansione di volumetria di altre già esistenti rappresentino un incontestabile rischio per l'ecosistema delle Apuane massesi, soprattutto per l’intercettazione delle sorgenti per l’escavazione in Cresta degli Amari e la presenza di un’oasi ambientale in cava Valsora
- impegni di spesa per oltre 330.000 euro (quasi il 15% del bilancio annuale) per attività secondarie quali: la redazione del documento strategico di nuova identità-definizione del brandpredisposizione di Linee guida-Piano di comunicazione del Parco delle Alpi Apuane, del Masterplan, interventi dedicati a Siti e presidi digitali, la realizzazione di video promozionali, servizi promozionali in occasione del festival di Mont’Alfonso nel comune di Castelnuovo in Garfagnana di cui ella è Sindaco.
e quelli in cui è stato assente ingiustificato,
- omessa produzione della Valutazione d'Incidenza dovuta per la legge in occasione dell'approvazione del PABE del Canale delle Gobbie nel Comune di Seravezza nel tentativo
grottesco di attuare la pratica del “silenzio assenso”,
- mancata tutela del monte Altissimo dall'escavazione cui potrebbe contribuire prendendo una posizione netta sulla difesa degli usi civici e riattivando il protocollo del 2006 sottoscritto dal Parco e dai Comuni di Seravezza e Stazzema,
- estremo ritardo e carenza di intervento rispetto alle decine e decine di denunce di trasgressioni nel settore estrattivo che hanno determinato un’ingiustificata e vertiginosa riduzione
del numero delle ordinanze di sospensione e delle sanzioni, col ragionevole dubbio che parallelamente vi sia stata una diminuzione dell’attività di controllo,
- mancato rispetto dell’impegno preso a gennaio e poi a giugno 2024 di rispondere alle richieste formulate dalle organizzazioni ambientaliste fra cui:
avviare un’azione comune indirizzata ad aumentare il numero dei guardiaparco troppo pochi per controllare gli attuali 22.000 ettari:
condividere la gestione e le scelte del Parco con Cittadini, Associazioni e Comitati;
introdurre nel nuovo Piano integrato il limite di non scavare sotto le aree natura 2000 per tutelare la biodiversità che il Parco ospita e le cavità carsiche dove si raccoglie l'acqua
che disseta la costa toscana nord fino alla pianura pisana;
sviluppare atti e iniziative per accelerare l’approvazione del Piano Integrato, anche con l’ausilio della spinta popolare delle forze ambientaliste.

Auspicando questa volta una risposta Le chiediamo: come mai non ha ancora agito per pretendere l’applicazione della legge del Restauro della Natura di recente approvata dal Parlamento Europeo e gli articoli 9 e 41 della Costituzione italiana al fine di recuperare la superficie del Parco ridotta dalla Regione Toscana nel 1997 per consentire l'attività di escavazione?
Ma la più grave mancanza che le contestiamo, in qualità di Rappresentante Legale dell'Ente Parco, è la totale disapplicazione di quanto previsto dalla legge istitutiva del Parco (art. 1, comma 2 LR 65 /1997) e del suo Statuto (art.3):
“L’ente persegue il miglioramento delle condizioni di vita delle comunità locali mediante la tutela dei valori naturalistici, paesaggistici ed ambientali e la realizzazione di un equilibrato rapporto tra attività economiche ed ecosistema.”
Tra le finalità del Parco Regionale delle Alpi Apuane risalta il compito di valorizzazione di tutte le sue risorse naturali. Il che, per il settore del marmo, non significa che sia sufficiente massimizzare l'estrazione, come di fatto avviene, bensì la necessità di gestire concretamente la risorsa in modo che generi benessere economico per il territorio, minimizzando al contempo il danno ecologico e preservando il paesaggio apuano per le generazioni future, programmando una progressiva riduzione delle quantità estratte e del numero dei siti estrattivi stimolando e incentivando la creazione di settori occupazionali alternativi.
La realtà ci consegna un quadro differente che peggiora di anno in anno.
Assistiamo infatti alla riapertura di cave dismesse, all’aumento dei quantitativi concessi, al crescente inquinamento da marmettola, alla distruzione di vette, crinali e ambiente carsico,
alla carenza di impulso alla creazione di fonti economiche sostenibili: cala la popolazione residente nei comuni dove prevale la mono cultura del marmo, cala il numero di addetti diretti impegnati nel settore lapideo, si è ridotto drasticamente il numero di segherie e dei laboratori di trasformazione mentre crescono in misura esponenziale i ricavi delle aziende, dimostrazione che viene permesso che il patrimonio del nostro territorio venga depredato a favore di pochi e l’Ente che Ella governa pare porsi più a difesa degli interessi economici delle imprese e degli interessi "politici" dei sindaci locali, che dalla parte dell'ecosistema, stiracchiando norme e regolamenti.
Ed altrettanto grave mancanza, per il ruolo che ricopre, è l’assoluta assenza di iniziativa politica e propositiva in direzione del Comuni per ottenere una puntuale quantificazione del
materiale lapideo estratto, e per sopperire alla mancanza di dati e di procedure certe per la quantificazione del marmo effettivamente trasformato in zona in prodotto semilavorato e finito.
Il quadro rappresentato si configura come una rinuncia da parte dell’Ente Parco a svolgere il suo essenziale compito di promozione del benessere economico delle popolazioni residenti. Ciò ne annulla la funzione di scopo e rende il suo ruolo di equilibrio tra interessi in conflitto tra loro assolutamente ininfluente. In tal modo di fatto se ne rende superflua la presenza nel mentre il territorio da proteggere è sottoposto ad una aggressione estrattivista a favore di pochi.
Se così non è dia prova di voler realmente interpretare la carica che le è stata conferita agendo con un puntuale impegno rispettoso del dettato statutario e“perseguendo le finalità attraverso una gestione unitaria, particolare e continua per garantire la conservazione, la valorizzazione e lo sviluppo dei beni protetti“, a partire da una ferma richiesta alla Regione Toscana di approvare il Piano Integrato del Parco e ai Sindaci dei Comuni a sospendere i PABE in essere fino all'approvazione del Piano Integrato del Parco ai quali questi strumenti urbanistici devono necessariamente sottostare".

In attesa di cortese riscontro, inviamo distinti saluti
Castelnuovo in Garfagnana, 20 Novembre 2025
Amici della Terra Versilia
Apuane Libere ODV
CIPIT Seravezza - Comitato Indipendente per la Partecipazione l’Informazione e la Trasparenza
Comitato Custodi della Ceragiola
Comitato Le Voci Degli Alberi
Comitato Ugo Pisa
Coordinamento Ambientalista Apuoversiliese
Italia Nostra Versilia
WWF Alta Toscana
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