La galleria d'arte Futura - di Pietrasanta - chiuderà la stagione estiva 2025 con un progetto espositivo internazionale che intreccia contemporaneità e avanguardia tecnologica. A partire da sabato 13 settembre, verrà presentata Beyond, mostra personale dell'artista olandese Philip Vermeulen.
Cuore dell'esposizione è l'installazione site-specific Chasing the Dot, un'opera immersiva che indaga la percezione sensoriale trasformandola in esperienza estetica totale. Con Beyond, Futura propone un percorso che si inserisce nel solco dei grandi spazi espositivi internazionali, mostrando come la tecnologia oggi diventi strumento essenziale per la creazione di linguaggi artistici nuovi e sorprendenti.
La mostra riserverà inoltre, in occasione della Collectors Night di fine settembre, una speciale sorpresa ideata appositamente per l'evento.
Beyond. La ricerca artistica di Philip Vermeulen - Paesi Bassi, 1986 - si colloca in un territorio liminale dove percezione, luce, colore e suono si intrecciano fino a sfidare i confini sensoriali stessi. La mostra alla Futura Art Gallery riunisce due nuclei distinti ma complementari del suo lavoro: le sculture luminose della serie You Are Here e l'installazione immersiva Chasing the Dot. Entrambi i progetti nascono da un'ossessione che attraversa da tempo la pratica dell'artista: quella per il "punto", l'immagine primaria e sfuggente che, attraverso luce e movimento, diventa esperienza percettiva totale.
Con la mostra Beyond, la galleria consolida un percorso critico che racconta un lungo percorso di avanguardie artistiche all'insegna di una nuova visione dell'opera d'arte, un tragitto in cui arte, scienza e tecnologia conducono gli appassionati dell'arte in un viaggio incentrato sulla percezione come forma primaria di intrattenimento creativo. In questo viaggio la galleria prende in esame i grandi movimenti artistici del passato e del presente, dal Gruppo T e Gruppo N in Italia, il GRAV in Francia, la Post-Astrazione americana, fino ad arrivare agli artisti digitali o mediali contemporanei.
Le opere della serie You Are Here Too (2024) sono sculture che esplorano i fenomeni ottici più sottili. Realizzate con strati di resina poliestere colorata, calibrati con estrema precisione attraverso processi di levigatura e traslucenza, interagiscono con la luce in maniera unica. Ogni pezzo è accompagnato da una sorgente luminosa programmata individualmente, rendendo ciascuna opera irripetibile nella propria dinamica cromatica. La staticità materiale della scultura si trasforma così in un organismo sensibile, capace di modificarsi a seconda delle condizioni di illuminazione e di instaurare un dialogo meditativo e personale con lo spettatore. È un invito alla contemplazione, ma anche un esperimento di percezione, che richiama e amplifica la riflessione di Vermeulen intorno al "punto" come fenomeno visivo e mentale.
Se You Are Here si muove nella dimensione della prossimità e della concentrazione, l'installazione Chasing the Dot si colloca invece sul versante immersivo e performativo. Per la galleria è stata realizzata una versione ridotta e site-specific, che concentra l'esperienza in un'unica étude: un esercizio sensoriale essenziale che condensa l'idea di sinestesia in forma pura. Qui, vedere significa ascoltare e ascoltare significa vedere. Attraverso fasci di luce stroboscopica, sistemi sonori e materiali riflettenti, Vermeulen costruisce un'esperienza in cui colore e luce diventano materia viva, capace di evocare un puntino pulsante al centro dello sguardo. Questo punto si accende e svanisce, lasciando tracce fantasmatiche nella memoria visiva, come un'immagine-retina che continua a muoversi all'interno della mente.
Chasing the Dot affonda le sue radici tanto nella scienza quanto nella storia delle avanguardie. Dalle scoperte ottocentesche di Jan Purkinje sugli effetti delle luci intermittenti, fino agli esperimenti degli anni Sessanta tra Beat Generation e cultura psichedelica, il fascino per le visioni indotte da stimoli luminosi attraversa epoche e discipline. Vermeulen riprende questa eredità e la trasforma in un'indagine estetica e sensoriale, capace di intrecciare neuroscienza, poesia visiva e pratica installativa. Ciò che accade non è mera illusione ottica, ma una rivelazione delle dinamiche profonde con cui il cervello elabora e costruisce la realtà.
In questo doppio percorso, tra la scala intima delle sculture e l'immersione totale dell'installazione, la mostra offre uno spaccato significativo della ricerca di Vermeulen: un'indagine in continua evoluzione sui limiti e le possibilità della percezione. Lo spettatore è chiamato non solo a guardare, ma a inseguire con lo sguardo e con la mente il movimento impercettibile della luce, a sostare nell'attimo sospeso in cui un'immagine nasce e subito svanisce.