Cronaca
Asl: la condanna degli atti di vandalismo nel complesso Marco Polo di Viareggio
In merito agli atti di vandalismo nel complesso Marco Polo di Viareggio, l'Azienda USL Toscana nord ovest sporgerà querela contro ignoti, con l'auspicio che si possa arrivare…

Italia Nostra Versilia e Amici della Terra: "Piano Strutturale del parco delle Alpi Apuane, no all'escavazione in galleria"
Italia Nostra Versilia e Amici della Terra condividono questo intervento di Ino Pegollo e si oppongono al nuovo Piano Strutturale del Parco delle Alpi Apuane,…

Paladini Apuoversiliesi: Eletto il nuovo consiglio. Presidente onorario Donati. Colacicco di nuovo presidente dopo 23 anni di governo. Vice presidente Paolo Corchia
«Eravamo quattro amici al bar secondo una celebre canzone, invece eravamo trecento al Golf di Forte dei Marmi il 23 agosto 1999,…

USL Toscana Nord Ovest: libera professione, orari di call center e sportelli al pubblico durante le festività
L'Azienda USL Toscana nord ovest comunica gli orari che i servizi di call center e di sportello al pubblico della libera professione osserveranno dal 22…

Claudio Grandi Vicepresidente di Italia Nostra Versilia: "16 Dicembre 2023, 16 Dicembre 2025. Due anni di lotte per le Alpi Apuane"
"16 Dicembre 2023, 16 Dicembre 2025. Due anni di lotte da parte di Italia Nostra Versilia per la salvaguardia delle Alpi Apuane", scrive Claudio Grandi…

La proposta di Italia Nostra Versilia: "Un cartello su ogni albero"
Italia Nostra Versilia lancia una proposta per gli alberi a Viareggio e in Versilia: «Ognuno di noi crei un cartello con una scritta a suo…

Seravezza Calcio: una pallina di Natale per aiutare l’ospedale del cuore
Torna l’iniziativa del Seravezza Calcio di una pallina di Natale solidale da donare e arricchire l’albero non solo di bellezza, ma anche di valori profondi.

Ultimo open day della Scuola 'Santa Dorotea' di Viareggio. Sabato 13 dicembre, dalle 10 alle 12
La scuola primaria paritaria "Santa Dorotea" di Viareggio, via XX Settembre, accoglierà i visitatori sabato 13 dicembre in occasione dell'ultimo open day. Le famiglie interessate potranno esplorare le aule e gli spazi dell'istituto, conoscere…

Consorzio di Bonifica Toscana Nord: Oltre 4,7 milioni di euro al Consorzio per 9 cantieri fra Lucca, Massa Carrara e Pisa
Le ferite lasciate dall'alluvione che ha colpito la Toscana nell'ottobre 2023 trovano ulteriori risorse e risposte concrete: venerdì sera, infatti, è arrivata la comunicazione ufficiale di…

Chi salva una vita salva il mondo intero: le classi dell’IIS Galilei-Artiglio a lezione di volontariato e primo soccorso presso la centrale operativa del 118
Il soccorso? Non solo un compito dei professionisti, ma anche un dovere civico: questo e molto altro hanno imparato gli studenti delle classi 3AT, 3BSTE e…

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Cari amici e care amiche,
iniziamo un nuovo anno scolastico mentre il “Giubileo della speranza” volge al termine: lo chiuderemo nella nostra Diocesi di Lucca nel pomeriggio di domenica 28 dicembre. Guardando ciò che accade intorno a noi – guerre, conflitti commerciali, episodi di violenza nei contesti più diversi, denatalità e disuguaglianze crescenti… - verrebbe da chiedersi se coltivare speranze sia ancora sensato, o se non sia più ragionevole prendere atto della desolante realtà e provvedere esclusivamente alla propria dignitosa sopravvivenza.
Questo interrogativo è davvero decisivo, in modo particolare per chi, avendo tutta la vita davanti, deve decidere come impiegarla e in che modo prepararsi ad attuare quello che pensa di fare. La scuola, evidentemente, rientra in questo processo, perché la sua finalità è quella di introdurre le nuove generazioni alla realtà, aiutandole ad acquisire gli strumenti necessari per comprenderla, abitarla e trasformarla. Non si tratta solo di trasmettere e acquisire nozioni, ma di abilitare a stare al mondo in modo consapevole, efficace e responsabile.
Perciò le intenzioni che motivano i giovani a frequentare la scuola e gli adulti ad animarla – ideali, progetti, valori, desideri… - non sono un fattore di poco conto. Insegnare, accompagnare, apprendere, comprendere, sperimentare… risultano azioni interessanti e degne di impegno quando se ne coglie il significato rispetto a un obiettivo. Se questo manca, oppure se è debole o meschino, non basteranno bravi insegnanti o una bella scuola a rendere sensate le cose che avvengono in classe; ci si riduce facilmente – da una parte e dall’altra - a tirare a campare, senza passione e senza troppe aspettative.
Qualche giorno fa Papa Leone ha proclamato santi il ragazzo milanese Carlo Acutis e il giovane torinese Pier Giorgio Frassati. Sono vissuti in epoche diverse: Pier Giorgio negli anni del primo dopoguerra, in un Paese segnato dalle conseguenze del conflitto e dall’ascesa del fascismo; Carlo è molto più vicino a noi, già nell’epoca dei computer e della rete. Hanno però in comune una caratteristica: la grandezza dei loro sogni e la forza dei loro ideali. Pier Giorgio diceva di non voler “vivacchiare, bensì vivere”, non rinunciando a portare avanti le proprie idee anche quando incontrava ostilità e opposizioni; Carlo non voleva diventare una “fotocopia”, pensando e agendo secondo i dettami delle mode e della maggioranza, ma rimanere un “originale”, comportandosi sempre in modo coerente con il proprio pensiero. Perciò entrambi hanno vissuto lo studio - a volte con fatica - come strumento per poter realizzare i propri progetti di bene. Non sono stati sempre “studenti modello”, anche perché c’erano tanti altri interessi che ne occupavano il tempo, ma sono stati studenti appassionati, motivati a impegnarsi e a vivere al meglio le opportunità offerte dalla comunità scolastica. Hanno vissuto la scuola coltivando grandi speranze, e se la morte ha loro impedito di realizzare i grandi progetti che avevano in cuore, hanno comunque lasciato una testimonianza di una vita di assoluto valore.
Carlo e Pier Giorgio ci suggeriscono che il primo ingrediente della scuola sono gli ideali, i valori, i sogni… quelli degli adulti, impegnati a “generare” attraverso l’educazione e la cultura, e quelli dei giovani, tesi a scoprire la propria vocazione e il proprio posto nel mondo. Non può essere tranquilla una scuola così, perché queste cose fanno discutere, impegnano a ricercare e suscitano dibattito: non sono scontate o banali e accade spesso di non trovarsi d’accordo. L’alternativa, però, è una scuola “asettica”, che si limita a trasmettere nozioni e competenze, raramente capaci di motivare e di entusiasmare. A questo conduce anche una certa visione della laicità, che intenderebbe limitare al minimo indispensabile i riferimenti etici e religiosi, per affermare una neutralità che elimini ogni possibile conflitto, producendo però un desolante appiattimento.
Non c’è posto per la speranza in una scuola così, perché le logiche che la dominano sono quelle del “vivacchiare” e non del vivere, del conformismo e non dell’originalità; una scuola profondamente demotivante e schiacciata sul presente: la sufficienza, lo stipendio… col minimo sforzo e le minori responsabilità. Ma una scuola senza speranza priva i giovani di qualcosa di fondamentale, perché loro più di tutti hanno bisogno di essere incoraggiati e accompagnati a guardare con fiducia al futuro, convinti di avere la possibilità di rendere il mondo migliore di come lo hanno ricevuto e di realizzare i sogni di felicità e di bene che hanno nel cuore.
Il Giubileo invita anche la scuola a “rianimare la speranza”, mettendo al centro ideali, valori e sogni, e proponendo l’insegnamento e lo studio in relazione ad essi, come occasione per scoprirli, comprenderli e diventare capaci di realizzarli. In questo modo l’apprendimento appare un primo, fondamentale, passo verso il futuro, come la partenza di un pellegrinaggio: la meta è ancora lontana, ma mettersi in cammino significa vivere concretamente la speranza di raggiungerla; ogni passo, ogni azione, ogni momento… si orientano alla meta e dicono che essa è sempre un po’ più vicina. Si diventa, felicemente, “pellegrini di speranza”.
Alle scuole di ispirazione cristiana, cui rivolgo un particolare pensiero di vicinanza e simpatia, spetta testimoniare la bellezza di un’educazione non schiacciata sul vivacchiare e sull’omologazione, ma entusiasta nel coltivare i talenti e le aspirazioni delle nuove generazioni. Questo compito, insieme difficile ed esaltante, è la vocazione più autentica di ogni opera educativa cattolica.
Voglio augurare a tutti che l’anno scolastico che inizia sia davvero un’ulteriore tappa di un cammino rivolto con fiducia al futuro, di un pellegrinaggio di speranza.
+ Paolo Giulietti
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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato, dal titolo di "Manifesto per le Alpi Apuane", diffuso da Claudio Grandi in collaborazione con Mountains Wilderness:

