Cronaca
Vento e temporali, allerta arancione per la giornata di lunedì
Una vasta saccatura sta per interessare la Toscana. In avvicinamento da Nord, in movimento verso Sud Ovest e il Mediterraneo occidentale, porterà un flusso umido e un generale…

Perde il controllo dell’auto e si schianta contro un albero: tre feriti nella notte al Varignano
Grave incidente stradale nella notte fra venerdì e sabato a Viareggio, nel quartiere Varignano. I vigili del fuoco sono intervenuti poco prima dell’una in via Aurelia Sud, all’incrocio…

Doppio intervento per il Soccorso Alpino sulle Apuane: un ferito con diversi traumi e un anziano colto da malore
Nella giornata di giovedì la stazione di Lucca del Soccorso Alpino è intervenuta per soccorrere un alpinista sulla cresta Garnerone (gruppo del monte Grondilice, a confine fra le…

Interventi contro il rischio incendi a Pian della Fioba
Sono terminati gli interventi selvicolturali finalizzati alla prevenzione da rischio di incendio in località Pian della Fioba, nel comune…

Scivola dal versante per decine di metri col dumper e si schianta al suolo: tragedia in cava a Carrrara
Il mezzo fuori controllo che scivola lungo il pendio nella cava, lo schianto dopo una paurosa caduta e un’altra vita spezzata. “Davvero non c’era modo peggiore per celebrare…

Chiuse le indagini su Cinzia Dal Pino: la Procura l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà
La notizia era attesa da giorni e adesso è ufficiale: è stato notificato l’avviso di chiusura indagini a carico di Cinzia Dal Pino, l’imprenditrice balneare di Viareggio di…

Sicurezza, in estate turno notturno per i vigili urbani a Viareggio durante i weekend
Si è tenuto nella mattina di giovedì 24 aprile, a Viareggio, una riunione del Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduta dal Prefetto Giusi Scaduto con…

Vandali bruciano un igienizzatore sul treno: scatta l’allarme antincendio e corsa annullata
Grave atto di vandalismo martedì pomeriggio su un treno regionale Firenze – Viareggio. Ignoti (si ipotizza un gruppo di ragazzini) hanno cercato di dar fuoco all’igienizzatore gel posizionato…

Maltempo, codice giallo anche sulla Versilia per la giornata di giovedì
Il transito di una rapida perturbazione atlantica tra la notte e le prime ore della mattina di domani, giovedì, causerà precipitazioni sparse, localmente a carattere di rovescio o…

Pasquetta di relax in Versilia per il principe Emanuele Filiberto di Savoia
Il Principe di Piemonte in vacanza…al Grand Hotel Principe di Piemonte di Viareggio. E’ la sorpresa che ha riservato Sar Emanuele Filiberto di Savoia arrivato a…

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“Donare il sangue è sicuro e non ha alcuna controindicazione. Venite a donare perché il bisogno di sangue nei nostri ospedali non conosce pause”. Questo l’appello rivolto da tutti i responsabili dei centri trasfusionali aziendali che in questi giorni, dopo un calo da inizio anno di circa il 10 per cento, hanno visto calare drasticamente il numero delle donazioni di sangue o sue componenti.
Le attività sanitarie di donazione e raccolta rientrano nei livelli essenziali di assistenza (Lea) e non possono quindi venir meno nei processi di cura. Il sangue negli ospedali serve adesso come sempre e i donatori non devono temere di donarlo perché da una parte non ci sono rischi di nessun tipo e dall’altra continua la richiesta da parte di chi ha patologie o subisce interventi che ne richiedano l’utilizzo.
Tutti i centri trasfusionali aziendali hanno messo in atto misure di sicurezza per donatori e operatori: agli accessi ci sono controlli sui donatori, i posti nelle sale di attesa sono distanziati così come sulle poltrone di donazione. Anche i riceventi possono stare tranquilli perché non è scientificamente documentato il rischio di trasmissione trasfusionale Covid-19, così come non lo era stato nelle precedenti epidemie di Mers o Sars.
La normativa emessa dal Centro nazionale sangue insieme all’Istituto superiore di sanità prevede la sospensione temporanea di 14 giorni dal rientro per i donatori che abbiano soggiornato nella Repubblica Popolare Cinese o dopo la possibile esposizione al rischio di contagio per contatto di soggetti con infezione documentata da SARS-CoV-2. Riguardo la limitazione degli spostamenti la donazione di sangue e di emocomponenti può essere considerata inclusa tra le "situazioni di necessità" di cui al DPCM e di conseguenza possono ritenersi consentiti gli spostamenti dei donatori che si recano a donare. E’ comunque consigliato, adesso più di sempre, programmare la propria donazione telefonando ai numeri messi a disposizione dai centri trasfusionali e riportati qua sotto o dalle associazioni locali ed evitare accessi diretti.
CHI PUO’ DONARE. Donatore può essere chiunque, uomo o donna, di età compresa tra i 18 e i 65 anni in condizioni di buona salute e con un peso superiore ai 50 chilogrammi. Tutti i lavoratori dipendenti hanno diritto alla giornata di riposo retribuita. Chi dona per la prima volta (aspirante donatore) può farlo esclusivamente dopo aver effettuato un colloquio preventivo con i medici ed esami di controllo pre-donazione. La cosiddetta “donazione differita” ha lo scopo di aumentare la sicurezza trasfusionale per i pazienti e tutelare la salute del cittadino.
Sul sito della Azienda USL Toscana nord ovest (www.uslnordovest.toscana.it) nella sezione “Come fare per” sono riportate le risposte alle domande più frequenti sull’argomento e indicazioni sul centro trasfusionale più vicino.
Queste le sedi e gli orari dei centri di raccolta sangue:
Ospedale Apuane - viale Mattei, 21 Massa
prenotazioni telefono 0585 498235 0585 498236 (da lunedì a sabato ore 11.30 -13.00)
Ospedale S. Antonio Abate - via Salita S. Francesco, 1 Fivizzano (MS)
prenotazioni telefono 0585 940232 (da lunedì a sabato ore 11.00 -12.30)
Ospedale S. Antonio Abate - via Porta a Prato, Pontremoli (MS)
prenotazioni telefono 0187 462206 (da lunedì a sabato ore 11.00 - 12.30)
Ospedale San Luca - via Guglielmo Lippi Francesconi Lucca (LU)
prenotazioni telefono 0583 970006 (da lunedì a sabato 8.00-13.00)
Ospedale S. Francesco - via dei Frati, 1 Barga (LU)
prenotazioni telefono 0583 729233 (da lunedì a sabato ore 11.30 -13.00)
Ospedale S. Croce - via dell'Ospedale, 3 Castelnuovo Garfagnana (LU)
prenotazioni telefono 0583 669679 0583 669680 (da lunedì a sabato ore 11.30 -13.00)
Ospedale Lotti - via Roma, 151 Pontedera (Pi)
prenotazioni telefono 0587 273275 (da lunedì a sabato ore 8.00 – 11.00)
Ospedale S. Maria Maddalena - Area S. Lazzaro Volterra (Pi)
prenotazioni telefono 0588 91843 (da lunedì a sabato ore 8.00 – 10.00)
Presidio ospedaliero Livorno - viale Vittorio Alfieri, 36 Livorno
prenotazioni telefono 0586 223253 (da lunedì a sabato ore 11.30 -13.00)
Presidio ospedaliero Cecina (via Montanara Cecina)
prenotazioni telefono 0586 614284 (da lunedì a sabato ore 12.00 -13.00)
Presidio ospedaliero Piombino - via Forlanini, 24 Piombino (LI)
prenotazioni telefono 0565 67241 (da lunedì a sabato ore 10.00 -12.30)
Presidio ospedaliero di Portoferraio - località S. Rocco Portoferraio (LI)
prenotazioni telefono 0565 926719 (da lunedì a sabato ore 11.00 - 13.00)
Ospedale unico Versilia - via Aurelia 335 Lido di Camaiore (LU)
prenotazioni telefono 0584 6055275 (da lunedì a sabato ore 8.00 - 10.00)
Struttura di raccolta Massarosa - c/o Misericordia di Massarosa (LU)
prenotazione in sede (venerdì ore 8.00 - 10.00)
Struttura di raccolta Camaiore - c/o Ospedale di Camaiore via Oberdan - Camaiore (LU)
prenotazione in sede (mercoledì, due volte al mese) ore 8.00 - 10.00
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Lei si chiama Martina Benedetti e quest’anno compie ventotto anni. Martina si è laureata con 110 e lode in Scienze infermieristiche presso l’Università di Pisa, con tesi dal titolo “Assistenza infermieristica al paziente sottoposto a Ventilazione Meccanica non Invasiva”.
Martina per me non è uno dei tanti eroi che combattono nei nostri ospedali. Per questo ho deciso di chiederle di testimoniare quello che sta vivendo in queste giornate interminabili. Noi ci conosciamo da diversi anni e fin dal primo momento in cui ci siamo strette la mano ho trovato in lei una ragazza appassionata. Una di quelle persone che quando ti racconta, e si racconta, lascia trasparire l’amore e la dedizione per quello che ha scelto di fare nella vita. I suoi occhi da cerbiatta dicono tanto di Martina. Soprattutto raccontano la sua missione. Oggi è infatti un soldato al fronte, un fronte chiamato rianimazione. Un fronte chiamato emergenza Covid19.
La ringrazio, perché nonostante quello che sta passando in questi giorni e settimane, si è resa disponibile ad essere voce narrante di una tragedia senza precedenti.
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Martina, come si vive in regime di piena emergenza?
«Emergenza è una parola che da sola implica una condizione di pericolo e richiede un intervento immediato. Per me, che sono un operatore sanitario, non è sicuramente un’esperienza nuova ma, al contrario, è comune e conosciuta. Io sono un’infermiera di Area Critica e per definizione mi trovo costantemente a stretto contatto sia con simili situazioni. Mi preme infatti sottolineare come le due non rappresentino un medesimo quadro. La prima, infatti, differisce dalla seconda perché sebbene richieda anch’essa un intervento in tempi immediati, il paziente non versa in pericolo di vita. Io, come i miei colleghi, ho seguito corsi di perfezionamento e ho avuto la possibilità di addestrarmi sul campo fin dai tempi dell’Università. Credo, però, che neppure gli operatori che vantano più anni di servizio avrebbero mai immaginato una situazione come quella che stiamo vivendo con il Covid19. Lavoriamo seguendo direttive, protocolli e linee guida aziendali con la consapevolezza che lo scenario può cambiare da un momento all’altro. La situazione è drammaticamente nuova per tutti: dirigenza, personale sanitario fino ad arrivare alla ditta delle pulizie».
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Quanto è stata a tuo avviso sottovalutata l’incidenza del virus? Ricordo la preoccupazione già nel momento in cui in rete impazzava la notizia del contagio della coppia cinese…
«A questa domanda rispondo da cittadina perché maggiormente competenti in materia sono sicuramene gli infettivologhi, virologi e i medici di Igiene e Sanità Pubblica. Scoppiato il caso dei due cinesi ricoverati poi allo Spallanzani, ho fin da subito cercato, lo sai, di sensibilizzare attraverso i miei canali social tutti i miei contatti con la pubblicazione delle notizie provenienti dal sito dell’OMS, del Governo e CDS of Atlanta. Insomma, fonti attendibili per evitare che le persone credessero alla miriade di fake news che purtroppo circolano sul web e spesso sono davvero pericolose! A mio avviso la maggior parte della popolazione ha sottovalutato il dramma cinese, continuando a vivere non curandosi di quelle che avrebbero potuto essere le conseguenze!! E purtroppo c’è chi ancora sottovaluta il dramma che stiamo vivendo. Ne sono sconcertata, oltre che come professionista, anche come privata cittadina».
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Martina il tuo lavoro oggi ti espone ad un carico elevato di responsabilità. Mettendo da parte per un attimo il lato professionale, quanto è dura psicologicamente reggere le pressione?
«È difficile. Difficile perché sembra di vivere sulle montagne russe, con la costante sensazione di avere il respiro corto, di sentirsi sciogliere il viso sotto le famose mascherine FP3, gli occhiali di plastica e la visiera. Sotto strati di camice che non sono della tua taglia per carenza di materiale, devi essere pronto a qualsiasi manovra con la consapevolezza di curare tutti per lo stesso problema: insufficienze respiratorie gravi. Devi lottare costantemente per mantenere stabile chi stabile non è. E allora cerchi di sdrammatizzare con i colleghi per scacciare via la paura, anche se non è facile. A ciò si aggiunga il timore della contaminazione e le difficoltà riscontrate nel vestirsi e nello svestirsi. È dura. Insomma, questo è anche quanto ho denunciato sui miei canali social. Ho cercato di far capire alle persone l’importanza di tenere atteggiamenti responsabili perché, a mio avviso, tabelle e statistiche non rendono evidente la situazione emergenziale che tutti noi stiamo vivendo. In questi giorni la differenza la stanno facendo i colleghi e l’equipe con i quali lavoro ora dopo ora. Siamo un gruppo molto attivo, ci sosteniamo reciprocamente dando ognuno il proprio contributo: chi mette al servizio competenze più avanzate e chi paventa soluzioni di riorganizzazione del reparto. Siamo molto fortunati perché la nostra coordinatrice infermieristica è ben predisposta all’ascolto!».
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Martina che cosa puoi dirci in ordine al setting assistenziale dell’ospedale NOA di Massa-Carrara? Pensi che la situazione possa peggiorare ulteriormente?
«Per rispetto della privacy, imposta anche dal mio codice deontologico, non posso parlare del setting assistenziale dove lavoro. Se temo che possa peggiorare? Sì, purtroppo sì, se le persone continueranno ad agire egoisticamente e non rispettando le direttive governative. Assimiliamo il comportamento dei singoli a goccioline d’acqua. Quelle goccioline messe insieme formerebbero un oceano!! Se ciascuno avesse agito secondo coscienza le cose oggi sarebbero diverse. Comunque bisogna guardare avanti. Il nuovo decreto del premier credo che migliorerà la situazione. Ora è giunto davvero il momento di restare tutti a casa!».
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Ad oggi, che cosa ti senti di dire ai giovani che fino a ieri si sono riversati in massa in pub e locali, come se rinunciare all’aperitivo fosse un sacrificio troppo grande da sopportare?
«Credo che queste persone, peraltro mie coetanee, dovrebbero fermarsi un attimo a pensare. La nostra società ci impone spesso ritmi frenetici e la maggior parte delle nuove leve non ha capito che la chiusura delle scuole non è stata una gentil concessione governativa. Solo che gli adolescenti, e purtroppo non solo, in certe fasi della vita sentono di essere indistruttibili e di avere il mondo a loro piedi! Così i locali sono stati presi d’assalto come le piste da sci e la versione serale del carnevale di Viareggio che è proseguito fino a martedì grasso!!! Comunque, ribadisco, tutto questo fino all’ultimo intervento del governo che mira proprio a prevenire la catena di contagio! È quello che tutti noi auspichiamo.
Il mio lavoro, già da tempo, mi ha portata ad interrompere i contatti con parenti e amici. È difficilissimo, credetemi. C’è chi, poi, mi ha definita paranoica quando ho iniziato a muovermi con la mascherina, non comprendendo che io non volevo tutelare me stessa ma chiunque potesse entrare in contatto con me che convivo ogni giorno con il virus! Dovremmo imparare tutti a seguire il modello orientale. Lo scorso giugno sono stata in Giappone ove è buona regola indossare una mascherina quando si è raffreddati proprio per tutelare gli altri. Insomma, tutto un altro senso civico. L’Italia è un Paese bellissimo e gli italiani sono un popolo culturalmente ricco ma ora deve sforzarsi e allinearsi a quanto richiesto a gran voce anche dall’OMS! Occorre uno sforzo maggiore per ottenere grandi risultati in un tempo minore».
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Martina, un’ultima domanda prima di lasciarti riposare. Hai paura?
«Onestamente, tanta. La situazione è drammatica e vivo nel terrore che manchi la possibilità di aiutare tutti i pazienti. Aggiungi che iniziano già scarseggiare le mascherine FP3……».
Martina Bendetti è una delle tantissime persone che combattono ogni giorno. Io la ringrazio, a nome anche della redazione delle Gazzette, per aver tolto tempo al suo riposo per rispondere alle mie domande. Grazie Martina, grazie davvero.